Repubblica 9.2.19
Mappe Il sondaggio
Gli italiani e gli altri Paesi cresce la voglia di isolamento
Dopo le polemiche degli ultimi mesi aumenta il disagio verso la Francia
Il disincanto riguarda anche Usa e Germania. Sale, invece, la stima per la Russia
di Ilvo Diamanti
Gli orientamenti verso "il mondo" stanno cambiando. Insieme al mondo. All’Italia. E agli italiani.
L’avevamo
già percepito e (di)mostrato nello scorso mese di luglio.
Nell’Osservatorio dedicato alle "parole" del nostro tempo. Dunque: alle
immagini del mondo. E dei principali Paesi con i quali "facciamo i
conti". Già allora, in particolare, i francesi e il loro Presidente,
Emmanuel Macron, erano "proiettati" in fondo alla graduatoria tracciata
dagli italiani, in base alla fiducia e alla prospettiva futura.
D’altronde si tratta di un ri-sentimento di lunga durata.
Tuttavia,
le relazioni fra Italia e Francia non si erano ancora complicate, com’è
avvenuto in seguito. Fino alla decisione di richiamare l’ambasciatore
dall’Italia. Tuttavia, il distacco degli italiani nei confronti della
Francia si era consumato ulteriormente. Lo evidenzia l’indagine di Demos
(per Repubblica) sulla fiducia dei nostri connazionali verso alcuni
Paesi stranieri. Condotta pochi giorni fa. Prima dello strappo di
Macron. Eppure, la Francia appariva, appare, ancora più lontana. Nei
suoi confronti, infatti, il 24% esprime(va) fiducia nei suoi riguardi. E
solo il 2%: "moltissima". Come verso l’Ungheria. Meno della Cina e
degli altri Paesi considerati. La Francia, dunque, è guardata con
crescente disagio dagli italiani. Per ragioni che possiamo comprendere,
viste le continue polemiche degli ultimi mesi. Su questioni rilevanti.
Fra le altre, i flussi migratori e gli sbarchi. Un argomento sensibile
soprattutto per Salvini e la sua Lega. Tuttavia, la (provoc)azione del
governo di Macron, in questo caso, è dettata dalla missione-lampo di
Luigi Di Maio in Francia per incontrare Christophe Chalençon e una
rappresentanza dei Gilet Gialli.
Sconfessata dai loro stessi capi.
La
re-azione francese appare, dunque, inevitabile. Come ha chiarito Lucio
Caracciolo ieri, su queste pagine. Perché il primo e principale
bersaglio dei Gilet Gialli è proprio Macron.
Difficile che gli
stessi leader del M5S non ne fossero consapevoli. Si tratterebbe,
allora, di una "rottura" premeditata. Per allargare i consensi del
partito, erosi pesantemente dalla Lega.
D’altronde, le elezioni europee si avvicinano. Aprire un "fronte europeo" può essere utile.
Anche
in Italia. Per sfruttare il ri-sentimento degli italiani verso i
francesi. Visto che, in Italia, il grado di fiducia verso la Francia,
negli ultimi 5 anni, è sceso di 17 punti. Nel 2014, infatti, era il 41%.
Non proprio il doppio. Ma quasi… Tuttavia, il dis-incanto verso gli
altri (Paesi) non riguarda solo la Francia, ma tutte le nazioni
considerate. A partire dagli Usa di Trump. Nel 2014, infatti, la stima
nei loro riguardi era prossima al 60%. Oggi è scesa di 20 punti. Più
della Francia. Ma è calata, di poco, anche la fiducia verso la Cina.
Oggi alla pari della Francia. Perfino l’immagine della Germania è in
declino. Pur confermandosi il Paese più "stimato" dagli italiani. Unica
eccezione, in questo scenario grigio, permeato dalla diffidenza: la
Russia di Putin. Oggi è percepita con fiducia dal 27% dei cittadini: 11
punti in più rispetto a 5 anni fa.
Tuttavia, lo sguardo della
società verso il mondo intorno a noi è segnato da differenze profonde.
Riflettono, anzitutto, le preferenze politiche. Che negli ultimi anni,
soprattutto nell’ultimo anno, sono cambiate. In modo sostanziale.
La
sfiducia verso la Francia: è sospinta dagli elettori della Lega.
Assecondata dalla base del M5S. Come si osserva in relazione agli Usa di
Trump e alla Russia di Putin. Apprezzati dagli elettori leghisti e del
M5S in misura maggiore rispetto agli altri. La base delle Lega, in
particolare, si distingue per una vocazione "sovranista", che associa
Trump, Putin e Orbán.
Assecondata e (in)seguita dal popolo a 5S.
Sul fronte opposto, orgogliosamente "diversi", incontriamo gli elettori
del Pd (insieme a quelli di sinistra, immaginiamo). Più vicini alla
Francia e, ancora più, alla Germania. Molto meno all’America di Trump,
alla Russia di Putin. E all’Ungheria di Orbán. Questa diversità, in
parte, ne spiega il declino. In tempi di populismo sovranista.
Semmai,
è interessante considerare l’orientamento degli elettori di Fi. Simili a
quelli della Lega. Gli elettori di Fi sono vicini all’Ungheria. E agli
Usa. Ma, soprattutto, della Russia di Putin. Amico personale del Capo.
Insomma, il nostro Paese appare lontano dalla Francia.
Oggi, probabilmente, più di ieri. Ma il distacco cresce anche in altre direzioni. La solitudine sembra piacere a questa Italia.
Separata dagli "altri" non solo dal mare. Ma anche dalle Alpi.
Così
guarda ad Est. E oltre oceano. Molto meno all’Europa. D’altronde,
questo pare il segno dei tempi. La sfiducia. Verso gli altri. Ma anche
verso noi stessi.