sabato 9 febbraio 2019

Repubblica 9.2.19
Il reportage
Il nuovo tempio a Roma
Sfarzo e fede in fila per entrare nell’astronave dei mormoni
Il pubblico ammesso solo fino al 10 marzo
di Maria Novella De Luca


ROMA In gloria di Dio, dicono i mormoni, ogni sfarzo è consentito. Del resto, alzando gli occhi dalle buche scoscese di via di Settebagni, il gigantesco Tempio della "Chiesa di Gesù dei santi degli ultimi giorni" sembra un’esotica astronave del lusso planata in questo pezzo di sciatta periferia romana, sessantamila metri quadrati di edifici e giardini dedicati ai 26mila seguaci italiani del "libro di Mormon". Marmi di Carrara e preziosissimi lampadari di Murano, cristalli Swarowski e fasce d’oro a 24 carati, lapislazzuli e monumentali statue di apostoli, guglie alte 40 metri e fontane di travertino e bronzo. Ossia l’avamposto appena inaugurato nella città eterna (e del Papa) della ricchissima e potente chiesa di Salt Lake City: 16 milioni di fedeli in tutto il mondo, la cui fede è basata sulle "rivelazioni" mistiche ricevute, nel 1830, da un giovane ragazzo del Vermont, Joseph Smith. In un mix di insegnamenti che uniscono una discussa rivisitazione del Nuovo testamento agli insegnamenti di un antico profeta americano di nome Mormon. Tra i seguaci più famosi Mitt Romney, sfidante repubblicano (sconfitto) di Barack Obama, l’attore Ryan Gosling, candidato all’Oscar per La la land. «Ma non fatevi sviare dalle apparenze: tutto questo fasto, sostenuto con le decime dei membri della Chiesa, noi lo dedichiamo soltanto a Dio. Nella vita privata il nostro comandamento è la sobrietà».
Gentilissimo e gioviale, "l’anziano" Alessandro Dini Ciacci (in realtà ha 40 anni) responsabile italiano della Chiesa degli ultimi giorni, accoglie le migliaia di visitatori che si accalcano davanti al centro per iniziare il tour del tempio, il più grande d’Europa.
Ci sono famiglie mormone italiane e straniere, «wow» è una delle parole che più si sentono attraversando le sontuose stanze dove chi entra nella Chiesa riceve le "ordinazioni", a cominciare dal fonte battesimale, una vasca in mosaico appoggiata su una base che rappresenta dodici buoi, dodici come le bibliche tribù d’Israele. Moltissimi sono invece semplici visitatori, curiosi, romani: «Ma quanto sono ricchi ‘sti Mormoni?», «ma è vero che sono poligami?». La comunità italiana dei "Santi degli ultimi giorni" è davvero un mondo ignoto ai più, eppure i membri continuano ad aumentare. Tra qualche timore del Vaticano, le accuse di massoneria e le confessioni (feroci) di alcuni fuoriusciti. Alessandro Dini Ciacci, membro della Chiesa da quando aveva 18 anni, così come la moglie Sara e i loro 4 figli, è diplomatico. «Non siamo così strani, basta conoscerci. Abbiamo ottimi rapporti sia con lo Stato italiano sia con il Vaticano. E attenzione, sfatiamo un luogo comune: non siamo poligami, anche se ci sono alcuni gruppi fondamentalisti che ancora praticano la poligamia». In realtà, la vita quotidiana di una famiglia mormone è scandita da precetti ben precisi. Racconta Dini Ciacci: «Non beviamo alcol né tè né caffè, mangiamo carne con moderazione, ci vacciniamo, non abbiamo rapporti sessuali fino alle nozze e crediamo nell’eternità del matrimonio.
Siamo contro l’aborto, contro i matrimoni gay, ma difendiamo i diritti delle persone omosessuali.
Ogni mese versiamo un decimo del nostro reddito alla comunità.
Ecco, la magnificenza di questo tempio italiano, nasce dalle decime dei fedeli di tutto il mondo». I quali vengono reclutati attraverso un proselitismo non invadente, ma deciso. «Appena superata la maggiore età, i nostri ragazzi vengono inviati in missione in Paesi stranieri, per diffondere il verbo della Chiesa.
Io fui mandato a Cipro. Quando torni scopri di essere diventato adulto». A marzo il Tempio chiuderà per sempre le porte ai visitatori, mentre visibili resteranno il centro visitatori, i giardini e soprattutto il Family Search, il caveau di computer dove centinaia di volontari digitalizzano piramidi di atti di nascita. «Ognuno dei nostri membri, risalendo al proprio albero genealogico, può battezzarsi in nome dei propri antenati e farli entrare così nella nostra Chiesa. In Italia però archiviamo soltanto atti vecchi cento anni, così come prevede la legge». Insomma, nipoti e bisnipoti di fede mormone possono convertire i propri avi, magari cattolici o ebrei, al credo fondato da Joseph Smith. Tanto, è evidente, i defunti non protestano.