mercoledì 6 febbraio 2019

Repubblica 6.2.19
Ungheria
Patria e culto del premier nei nuovi libri di scuola domina la dottrina Orbán
di Andrea Tarquini


BERLINO Nei libri di testo dall’ottavo anno, l’eroe contemporaneo è il premier Viktor Orbán: pagine importanti lo mostrano mentre viene ricevuto dal Papa, o mentre inaugura nuovi ponti. Le sue idee contro la migrazione sono sottolineate a ogni passo: «Consideriamo l’omogeneità della nazione un valore importante», dicono le sue citazioni nei testi di storia per la scuola pubblica. Nella storia moderna, l’unica macchia nera nazionale è il periodo comunista, non la lunga dittatura di Horthy che nel 1920 introdusse le prime leggi razziali antisemite in Europa.
Al potere da quasi nove anni, eletto e rieletto trionfalmente tre volte, il governo sovranista ungherese ha avviato una profonda "riforma" della pubblica istruzione.
Il controllo pubblico sui testi è di fatto totale, il premier è lodato ai limiti del culto della personalità, i libri diffondono una sola Weltanschauung fondata su orgoglio nazionale e valori cristiani. Quasi un contraltare sovranista della famigerata "rivoluzione culturale" di Mao.
Non è bastato imporre la chiusura della Central European University, quella sponsorizzata da George Soros e ora trasferitasi a Vienna, né abolire corsi universitari sul gender, «perché secondo noi esistono solo due sessi e studi sui gender sono inutili per la formazione professionale» come dice il portavoce e spin doctor del governo, Zoltan Kovacs. Né la maggioranza si è fermata alle epurazioni accademiche del suo debutto, che sono costate la cattedra a nomi illustri come Agnes Heller accusata di malversazione per avere ordinato nuove traduzioni critiche di Socrate e Platone, o Gaspar Miklos Tamas. Adesso tutti i testi, dall’inizio della scuola alla maturità, spiegano la docente Ildikó Repászki e il direttore dell’associazione degli editori di testi scolastici András Romankovics, sono sottoposti al controllo dell’autorità statale Ofi (Centro di ricerca e sviluppo sull’educazione).
I libri non escono piú firmati da singoli autori, dice Romankovics cui dopo anni e anni di lavoro serio non è stata rinnovata la licenza di scrivere e pubblicare testi scolastici: vengono rivisti da gruppi di storici "sicuri". Ogni nuovo libro di testo è esaminato in un lungo processo. Sull’immigrazione viene dato spazio ai discorsi di Orbán per l’omogeneità etnica e contro il multiculturalismo, i problemi che causano l’immigrazione vengono ignorati. Testi scolastici per gli adolescenti esaltano il patriottismo giovanile, la voglia definita «maggioritaria» di vivere in patria e fondare famiglie, secondo i valori cristiani. Sul diffuso desiderio di giovani magiari di emigrare in Paesi democratici, domina invece il silenzio.