domenica 3 febbraio 2019

Repubblica 3.2.19
La corsa agli armamenti
Trattato sui missili, la reazione russa. E la Polonia chiede le atomiche Usa
Anche Mosca, dopo l’annuncio americano, si ritira dall’accordo Inf. Putin: " Non saremo mai impreparati"
di Andrea Tarquini


Berlino Se giochi come il Dottor Stranamore devi aspettarti una risposta. La risposta russa al ritiro americano sul trattato di disarmo Inf sui missili a media gittata ( gli SS 20 russi e i Cruise e Pershing 2 americani) è arrivata subito: reagiremo, siamo pronti a tutto senza fretta e senza aggressività, ha detto il presidente Putin dopo l’annuncio di Washington di ritirarsi dall’accordo Inf raggiunto nella seconda distensione da Mikhail Gorbaciov e Ronald Reagan. La Russia ha tutti i mezzi per difendersi e replicare, hanno spiegato Putin e gli altri due potenti membri della sua " troika" eletta ( i ministri degli Esteri Lavrov e della Difesa Shojgu). Sull’altro fronte, in campo Nato, i falchi di Washington raccolgono solo un appoggio, isolato, ma determinante: quello della Polonia. Il ministro degli Esteri di Varsavia, Czaputowicz, ha auspicato il veloce schieramento in territorio polacco e di altri Paesi dell’Alleanza di vettori nucleari e armi pesanti americani.
« I nostri partner americani hanno annunciato il ritiro dall’intesa e lo facciamo anche noi», ha detto il presidente Putin dopo un consulto con Lavrov e Shojgu. E ha ammonito con calma: «Non saremo mai impreparati, reagiremo sul campo solo quando gli Usa schiereranno nuove armi, ma siamo pronti. Non lanceremo iniziative su nuovi negoziati per il disarmo finché Washington non si mostrerà abbastanza matura da condurre un dialogo significativo su un tema cosí importante ».
Su questo sfondo, Varsavia — al momento sola nella Nato — si schiera incondizionatamente con Washington. Tornare al tavolo negoziale a questo punto sarà complicatissimo. Anche per la lettura politica di diverse opinioni sulle caratteristiche delle nuove armi americane e russe. Washington sostiene che la versione missile da crociera ( i missili cruise) dello Iskander M russo può colpire fino a migliaia di chilometri di distanza; Mosca smentisce, il missile ha solo 480 km di gittata, « e armi di maggiore raggio le abbiamo su navi sottomarini e bombardieri non coperti dal trattato Inf denunciato dai nostri partner». Aggiunge il Cremlino: « I sistemi Aegis americani (antimissili difensivi, ma convertibili, ndr) in corso d’installazione in Polonia e Romania ci minacciano, anche per questo non possiamo restare senza risposta » . Russia e America preparano anche nuove armi stellari, da vettori a sensori a superdroni.
Nubi cupe da nuova guerra fredda si addensano dunque sui due blocchi, e soprattutto sull’Europa. Come Lavrov ha sottolineato, tra l’altro, a questo punto tra Usa e Russia resta ancora valido solo il trattato Start sui missili intercontinentali a testata multipla, « e noi non ci lasceremo trascinare in una nuova corsa al riarmo » . Indiretta, ma non meno inquietante, è la reazione della terza potenza al mondo per numero e qualità di vettori nucleari, la Cina: « Invitiamo Usa e Russia a regolare le loro divergenze che potrebbero avere conseguenze molto negative » , ha detto a Pechino il ministero degli Esteri. E il bilancio militare cinese quasi raddoppia ogni anno con priorità su high tech e forze strategiche. La nuova corsa all’equilibrio del terrore, dopo la scelta di Trump, appare già lanciata.