Repubblica 11.2.19"
Un muro qui stravolgerebbe le nostre vite la Ue non può difenderci, tocca a noi"
RAVENSDALE
( IRLANDA - IRLANDA DEL NORD) «Siamo pronti a tutto, anche ad abbattere
fisicamente i checkpoint e le frontiere che verranno». Damian
McGennity, irlandese, 45 anni, quattro figli, impiegato all’ufficio
postale di un villaggio vicino e agricoltore, si fa trovare in un
albergo al confine, alla Junction 20 dell’autostrada nei pressi di
Newry. Qui c’è ancora una rarissima "casetta" dei soldati britannici
all’ex frontiera e a metà gennaio c’è stata una clamorosa protesta degli
abitanti locali "contro un nuovo muro": «Non torneremo mai al passato»,
racconta, «non lo permetteremo: un confine qui stravolgerebbe le nostre
vite e la nostra economia e poi finalmente ci sentiamo in un’Irlanda
unita: nonostante i due Stati, possiamo avere entrambi i passaporti,
lavorare e vivere dove ci pare.
Siamo in pace adesso, cambiare è
inaccettabile, questo sarebbe il nostro "muro di Berlino", potrebbe
tornare l’incubo della guerra dopo un processo di pace meraviglioso, non
possiamo dare il fianco agli estremisti che non hanno sostegno nella
nostra comunità ma che potrebbero tornare a colpire. Temo che l’Unione
Europea non potrà aiutarci in questo imminente disastro. Toccherà a noi
difenderci».