Repubblica 11.2.19
I Democratici Usa
La riscoperta di Bernie Sanders
di Federico Rampini
La
marcia dei democratici Usa verso la Casa Bianca riparte dalle
diseguaglianze. Il tema dell’eccessiva concentrazione di ricchezze torna
in primo piano come ai tempi di Occupy Wall Street, dopo la crisi del
2008. Forse un giorno la storia ricorderà un singolo investimento
immobiliare come la goccia che fece traboccare il vaso. È l’acquisto di
un appartamento al 220 Central Park South. Ha polverizzato record
perfino per Manhattan: 238 milioni di dollari, pagati a gennaio dal
finanziere Kenneth Griffin di Chicago.
O forse a scatenare una
reazione è stata un’altra vicenda newyorchese, l’annunciata costruzione
del secondo quartiere generale di Amazon. Proprio mentre Jeff Bezos
denuncia di essere "sotto ricatto ed estorsione" da parte di un tabloid
vicino a Donald Trump (per le foto hard inviate alla sua amante),
l’accusa di estorsione fiscale riecheggia contro di lui: a proposito
della nuova sede progettata a Long Island City nel quartiere di Queens.
Amazon, regina dell’economia digitale che vale 780 miliardi di dollari
in Borsa, ha strappato al Comune e allo Stato di New York sgravi sulle
imposte locali per 3 miliardi: il conto lo paghiamo noi contribuenti
normali, che non abbiamo quella capacità di pressione. Intanto New York
ha servizi pubblici in declino — una metropolitana da Terzo mondo — e
vede crescere l’esercito degli homeless.
La misura è colma, almeno
secondo i nuovi leader della sinistra. Elizabeth Warren, la senatrice
del Massachusetts candidata alla nomination democratica, propone una
tassa patrimoniale del 2% dai 50 milioni di dollari di ricchezza in su.
Colpirebbe 75.000 famiglie, una frazione minuscola in una nazione di 315
milioni di abitanti. Ma proprio perché la ricchezza è spaventosamente
concentrata in poche mani, la sua patrimoniale può generare un gettito
di 2.750 miliardi in un decennio.
Bernie Sanders, il senatore del
Vermont che si proclama socialista e non esclude di ricandidarsi come
nel 2016, vuole imposte di successione al 45% dai 3,5 milioni di eredità
in su. Stima che colpirebbe solo ottomila famiglie, con un gettito di
315 miliardi in dieci anni. Tra le paladine di nuove tasse sui ricchi
c’è anche la giovane deputata newyorchese Alexandria Ocasio- Cortez, una
star della nuova sinistra radicale. La neo- eletta propone di alzare
l’aliquota marginale dell’imposta sul reddito a carico di chi guadagna
più di dieci milioni di dollari all’anno, portandola dall’attuale 37% al
70%. Colpirebbe solo 16.000 famiglie ma il gettito anche in questo caso
non sarebbe irrisorio: 350 miliardi.
Donald Trump fiuta
un’opportunità per lui: nel suo discorso sullo Stato dell’Unione una
settimana fa ha denunciato "chi invoca il socialismo in America". In
altre occasioni ha paragonato l’ala sinistra del partito democratico
all’autocrate Maduro che ha ridotto alla fame il popolo del Venezuela. È
un assaggio della sua linea di attacco, se nel 2020 si troverà di
fronte un rivale o una rivale dai propositi radicali. Socialismo è una
parola che fa ancora paura agli americani, trent’anni dopo la caduta del
Muro di Berlino? In realtà un sondaggio della Fox News rivela che
perfino una maggioranza dei repubblicani è favorevole ad alzare le tasse
su chi guadagna oltre dieci milioni l’anno. Sanders si considera
l’erede di una tradizione anti- monopolista e di una battaglia contro le
oligarchie del denaro che risale a un grande presidente repubblicano,
Ted Roosevelt. In quanto all’aliquota marginale Irpef ventilata dalla
Ocasio-Cortez, era in vigore sui più ricchi tra le presidenze di
Eisenhower ( repubblicano) e Kennedy ( democratico), anni Cinquanta e
Sessanta, Età dell’Oro che vide una crescita economica record.
L’ala
sinistra dei dem dovrà prima convincere il proprio partito. Il New York
Times ricorda che dai tempi di Bill Clinton, la leadership del partito
ha abbracciato il pensiero unico neoliberista. «Dichiaro la fine
dell’era del Big Government » ( cioè lo " Stato grosso"), disse Clinton
negli stessi anni in cui firmava la deregulation finanziaria e i
trattati di libero scambio. Poi venne lo shock del 2008; gli slogan di
Occupy contro l’un per cento. Ma quel movimento ebbe vita breve, più
duratura e potente fu la reazione contro il salvataggio dei banchieri da
parte del populismo di destra, quel Tea Party che spianò la strada a
Trump. La contraddizione è ai massimi proprio qui a New York. I maxi-
sussidi fiscali concessi ad Amazon sono stati sostenuti da un potere
locale tutto democratico, il sindaco Bill de Blasio e il governatore
Andrew Cuomo.