lunedì 11 febbraio 2019

Repubblica 11.2.19
Israele
Un brutale assassinio riaccende la crisi con i palestinesi
di Vincenzo Nigro


In piena campagna elettorale israeliana il barbaro omicidio di una giovane ebrea di 19 anni da parte di un giovane palestinese rischia di innescare una crisi profonda fra Israele e l’Autorità nazionale palestinese. Ori Ansbacher, figlia di un rabbino, giovedì notte è stata ritrovata barbaramente seviziata e uccisa in un bosco alle porte di Gerusalemme. L’assassino è stato arrestato a Ramallah. Arafat Irfaiya, originario di Hebron, era schedato dalla polizia come autore in passato di atti minori di terrorismo. Nella sua famiglia ci sono sostenitori di Hamas: sembra sia stato rintracciato grazie al Dna lasciato sul luogo dell’omicidio. Già prima che lo Shin Bet lo definisse un "atto terroristico", il Paese si è infiammato. La ministra della Giustizia Ayelet Shaked, il ministro della Polizia Gilad Erdan e altri deputati hanno chiesto la pena di morte per il palestinese.
Il premier Benjamin Netanyahu vuole varare una legge per congelare i dazi doganali che ogni mese Israele versa all’Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen. Israele fa sbarcare nei suoi porti merce diretta alla Anp, riscuote i dazi e poi li versa ai palestinesi.
Netanyahu vuole il congelamento perché l’Anp versa dei contributi alle famiglie dei palestinesi che commettono atti di "ribellione" contro Israele, quindi anche atti di terrorismo. E l’assassino di Ori potrebbe farsi passare per un "combattente" proprio per avere i soldi dell’Anp.