Repubblica 11.2.19"
Ma ora dobbiamo avere la possibilità di votare anche per unificare il Paese"
AUGHNACLOY
( IRLANDA DEL NORD) «L’unità dell’Irlanda non è più un sogno, ora ci
vuole un referendum sul confine». Michelle Gildernew, 48 anni, è la
seconda donna del partito nazionalista irlandese (ex braccio politico
dell’Ira) eletta a Westminster, anche se come tradizione di Sinn Féin
non occupa il seggio per protesta contro Londra. È amatissima dalla
folta comunità cattolica locale, qui nel distretto elettorale
nordirlandese di Fermanagh e Tyrone, e ora il suo sogno di una vita
potrebbe diventare realtà: «Le persone devono avere l’opportunità di
votare e esprimersi sull’unione alla quale preferirebbero appartenere:
l’Unione Europea o l’Unione con la Gran Bretagna. La Brexit polarizza le
nostre comunità. Dobbiamo far sì che qui la vita continui come sinora,
dal 1998 il confine è stato smantellato, non possiamo permettere in
alcun modo che venga reinstallato, perché altrimenti potrebbe tornare la
violenza, anche se l’Ira non esiste più. In passato, anche io ho subito
varie minacce di morte, ho perso molti cari nel conflitto. L’Irlanda
unita non è solo un sogno, ma un’aspirazione politica sancita dalla pace
del Venerdì Santo.
L’obiettivo ora è un referendum, per diventare un Paese tollerante, all’avanguardia e unito».