La Stampa 9.2.19
Il Libano scuote il mondo arabo: quattro ministre nel governo
di Giordano Stabile
Il
Libano ha un nuovo governo dopo quasi nove mesi di trattative.
Hezbollah ha conquistato un ministero in più, quello della Salute, e la
spartizione dei 30 dicasteri ha seguito un manuale Cencelli alla
libanese, che tiene conto delle 19 diverse sette religiose. Ma c’è un
dato positivo. Quattro donne nell’esecutivo, un record per il Paese dei
Cedri e nel mondo arabo. La scelta del premier, il sunnita Saad Hariri,
ha sorpreso anche gli analisti politici locali, ed è considerato un
segnale di apertura alla società civile, esasperata dalla spartizione
settaria del potere.
In Parlamento ci sono soltanto sei deputate
su 135, ma Hariri ha deciso di puntare su figure femminili. La più
importante è Raya Haffar el-Hassan, sunnita di Tripoli, 52 anni, che ha
ottenuto l’Interno, un dicastero strategico che spesso deve gestire
frizioni con Hezbollah nella gestione della sicurezza. El-Hassan è già
stata ministro delle Finanze ed è considerata una Lady di ferro
libanese. La 36enne Nada Boustani, cristiana maronita, è la guida
dell’Energia, ministero assediato da appetiti feroci. Un’altra maronita,
la May Chidiac, è allo Sviluppo amministrativo. La greco ortodossa
Violette Khairallah è invece alle Pari opportunità.
Restano fuori
la comunità sciita e quella drusa, che non hanno né parlamentari né
ministri donne. Ma la strada segnata. Ormai si parla di quote negli
incarichi politici e amministrativi. Sarebbe una rivoluzione in Medio
Oriente. A quasi trent’anni dalla fine della guerra civile il Libano
potrebbe tornare a essere un punto di riferimento nella modernizzazione
della regione.