venerdì 8 febbraio 2019

La Stampa 8.2.19
L’ex procuratore di Aosta Maria Del Savio Bonaudo
“Se la incontrassi le direi che mi dispiace ma per me rimane una lucida assassina”
di Claudio Laugeri


«Una lucida assassina». Così l’ex procuratore di Aosta Maria Del Savio Bonaudo definisce Anna Maria Franzoni. Con la pm Stefania Cugge, coordinò le indagini sull’omicidio del piccolo Samuele, avvenuto il 30 gennaio 2002 nella casetta in frazione Montrod, a Cogne.
E se la incontrasse in strada, che cosa le direbbe?
«Le direi che mi dispiace. Come procura, abbiamo fatto il nostro lavoro al meglio. Non voglio entrare nella vicenda umana. Adesso rimane lei, con il suo passato e quello che le è rimasto sulla coscienza».
Pena congrua?
«La condanna è modulata secondo vari parametri, anche se è poi diversa da quella scontata. Parlano tanto di certezza della pena, ma la realtà è differente. Badi bene, non è questione di quantità, sia chiaro».
Tornasse indietro, farebbe le indagini nello stesso modo?
«Certo. L’impostazione era corretta, tanto che il “caso” ha retto fino in Cassazione».
Ci sono state molte critiche sul lavoro della Procura...
«Direi che i fatti, le sentenze ci hanno dato ragione».
Non era possibile arrivare a una confessione?
«Credo proprio di no. Nel mio ufficio, qualcuno diceva che avrebbe fatto di meglio. Lasciamo perdere. Posso dirle qualcosa sulla Franzoni?».
Prego.
«Negli interrogatori in procura e nei processi ha sempre parlato con lo stesso tono di voce. Ha presente le interviste fatte in televisione, dove a un certo punto spuntava una lacrima? Ecco, negli interrogatori era uguale. Ma proprio identica. Non lo posso affermare con certezza, ma sembrava recitasse un copione».
Mai un’indecisione?
«L’unico momento di crisi è venuto nel primo interrogatorio, quando era difesa dal professor Carlo Federico Grosso. Ogni tanto, l’avvocato le toccava il braccio, un gesto per rassicurarla, per farle sentire un po’ di calore umano. E per la mia esperienza, non è un comportamento abituale da parte di un avvocato di quel livello».
Ne deduce che fosse mentalmente instabile?
«La perizia fatta prima della sua scarcerazione era una barzelletta. L’hanno lasciata parlare a ruota libera, ha ripetuto lo show fatto in tv».
Però, Anna Maria Franzoni ha sempre negato.
«Già. Ma credo di aver capito il motivo».
Quale?
«Penso che lo abbia fatto per il “dopo”, per salvare il buon nome. Perché una volta uscita, tutti potessero credere, o anche solo avere il dubbio di un errore giudiziario. Ci pensavo proprio l’altro giorno, se avesse confessato avrebbe avuto la pietà di tutti, con ogni probabilità anche una pena inferiore».