La Stampa 6.2.19
Bergoglio: “L’umanità non è maturata
Considera la donna di seconda classe”
di Domenico Agasso Jr
È
vero, il problema esiste». Ci sono «suore che sono state abusate da
preti e vescovi». Perde il sorriso e l’allegria papa Francesco quando
riconosce che questa piaga «nella Chiesa c’è». Però, anche se occorre
fare di più, «ci stiamo lavorando», assicura con sguardo determinato.
Sull’aereo che lo riporta a Roma da Abu Dhabi, dopo la visita di tre
giorni negli Emirati Arabi Uniti, nella tradizionale conferenza stampa
il Pontefice affronta il tema esplosivo sollevato nei giorni scorsi
dall’inserto femminile dell’Osservatore Romano, cogliendo l’occasione
per elogiare la bontà di Ratzinger e la sua forza nell’affrontare il
crimine degli abusi.
È densa di contenuti la conversazione di
quarantacinque minuti di Bergoglio con i giornalisti. Legati al viaggio
appena concluso altri argomenti trattati. «Ho trovato buona volontà»,
risponde sulle reazioni al suo appello per la pace in Yemen. Più volte
si ritorna sullo storico documento sulla «Fratellanza umana» firmato
ieri ad Abu Dhabi col grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib.
Come sarà applicata la dichiarazione sulla fratellanza?
«Per
me c’è un solo grande pericolo in questo momento: la distruzione, la
guerra, l’odio fra noi. Se noi credenti non siamo capaci di darci la
mano, abbracciarci e pregare, la nostra fede sarà sconfitta».
L’appello per la pace nello Yemen che reazioni ha ricevuto?
«Ho trovato buona volontà nell’avviare processi di pace».
Dopo
la firma di ieri, secondo lei quali saranno le conseguenze nel mondo
islamico, pensando soprattutto a Yemen e Siria? E quali tra i cattolici,
visto che c’è una parte che accusa lei di farsi strumentalizzare dai
musulmani?
«Mi accusano di farmi strumentalizzare, ma non solo dai
musulmani! Da tutti, anche dai giornalisti! (ride, ndr). È parte del
lavoro. Una cosa voglio dire e lo ribadisco: dal punto di vista
cattolico il documento non è andato di un millimetro oltre il Concilio
Vaticano II. Se qualcuno si sente male, lo capisco, non è una cosa di
tutti i giorni. È accaduto anche a me. Ho letto una frase del documento
che mi ha sorpreso e mi sono detto: non so se è sicura. Invece era una
frase del Concilio! Nel mondo islamico ci sono diversi pareri. Ieri nel
Consiglio dei saggi c’era almeno uno sciita e ha parlato bene. Ci
saranno discrepanze tra loro… ma è un processo, i processi devono
maturare».
Il Grande Imam Al-Tayyib ha sottolineato il tema
dell’islamofobia. Perché non si è sentito dire qualcosa anche sulla
persecuzione dei cristiani?
«Il documento è più di unità e di
amicizia. Ma condanna la violenza e alcuni gruppi che si dicono islamici
- anche se i saggi dicono che quello non è islam - e perseguitano i
cristiani. Ricordo quel papà a Lesbos con i suoi bambini. Piangeva e mi
ha detto: sono musulmano, mia moglie era cristiana e sono venuti i
terroristi dell’Isis, hanno visto la sua croce, le hanno chiesto di
convertirsi e dopo il suo rifiuto l’hanno sgozzata davanti a me. Questo è
il pane quotidiano dei gruppi terroristici. Perciò il documento è di
forte condanna».
La rivista femminile dell’Osservatore Romano ha
denunciato l’abuso sessuale delle donne consacrate nella Chiesa da parte
del clero. La Santa Sede farà qualcosa per affrontare questo problema?
«È
vero, è un problema. Il maltrattamento delle donne è un problema. Io
oserei dire che l’umanità ancora non ha maturato: la donna è considerata
di “seconda classe”. Poi si arriva fino ai femminicidi. È vero, dentro
la Chiesa ci sono stati dei chierici che hanno fatto questo. Ci sono
stati sacerdoti e anche vescovi che hanno fatto quello. E io credo che
si faccia ancora. È da tempo che stiamo lavorando in questo. Abbiamo
sospeso qualche chierico, mandato via, e anche sciolto qualche
congregazione religiosa femminile che era molto legata a questo
fenomeno. Si deve fare qualcosa di più? Sì. Abbiamo la volontà? Sì. Ma è
un cammino che viene da lontano. Papa Benedetto ha avuto il coraggio di
sciogliere una congregazione femminile che era di un certo livello,
perché c’era entrata questa schiavitù, persino sessuale, da parte dei
chierici o da parte del fondatore. Vorrei sottolineare che Benedetto XVI
ha avuto il coraggio di fare tante cose su questo tema. C’è un
aneddoto: lui aveva tutte le carte su un’organizzazione religiosa che
aveva dentro corruzione sessuale ed economica. Lui provava a parlarne ma
c’erano dei filtri, non poteva arrivare. Alla fine il Papa, con la
voglia di vedere la verità, ha fatto una riunione e Joseph Ratzinger se
ne è andato lì con la cartella e tutte le sue carte. Quando è tornato,
ha detto al suo segretario: mettila nell’archivio, ha vinto l’altro
partito. Ma appena diventato Papa, la prima cosa che ha detto è stata:
portami dall’archivio questo. Il folklore lo fa vedere come debole, ma
di debole non ha niente. È un uomo buono, un pezzo di pane è più cattivo
di lui, ma è un uomo forte».
L’intervista integrale su www.lastampa.it