mercoledì 6 febbraio 2019

Corriere 6.2.19
L’intervista
«Pronto ad aiutare il Venezuela se entrambe le parti lo chiedono»
Papa Francesco: «Ad Abu Dhabi segnali di pace. Le suore violate? Il problema c’è»
dall’inviato ad Abu Dhabi Gian Guido Vecchi


«Ho visto un Paese moderno, mi ha colpito la pulizia della città. Un Paese accogliente che guarda al futuro. E aperto, non chiuso. Anche la religiosità è aperta, di dialogo, un islamismo fraterno e di pace…». Francesco raggiunge i giornalisti sull’aereo che dagli Emirati lo riporta a Roma. Ad Abu Dhabi, c’erano 180 mila fedeli dentro e fuori lo stadio per assistere alla prima, storica messa pubblica del primo Papa nella Penisola arabica. Bergoglio ha citato Francesco d’Assisi come modello dei rapporti con l’Islam: «Ai frati diede istruzioni su come recarsi presso i Saraceni e i non cristiani: “Che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani”».
Santità, Wojtyla evitò una guerra tra Argentina e Cile. Maduro le ha inviato una lettera chiedendo aiuto per il dialogo in Venezuela. È disponibile a una mediazione?
«Fu un atto coraggioso di Giovanni Paolo II. Ma ci sono piccoli passi iniziali, facilitatori, non solo del Vaticano ma di tutta la diplomazia, la vicinanza all’uno e all’altro per avviare una possibilità di dialogo: si fa così in diplomazia, la mediazione è l’ultimo passo. Prima del viaggio sapevo che sarebbe arrivata col plico diplomatico una lettera di Maduro, ancora non l’ho letta. Ma perché si faccia un passo, una mediazione, ci vuole la volontà di ambedue le parti, come nel caso di Argentina e Cile. La Santa Sede per il Venezuela è stata presente nel momento del dialogo con Zapatero e ha continuato. Ma lì è stato partorito un topolino: niente, fumo. Ora leggerò la lettera e vedrò cosa si può fare. Le condizioni siano chiare: che le parti lo chiedano».
Il viaggio è stato segnato dalla firma del documento sulla fraternità.
«È stato preparato con tanta riflessione, il grande Imam con la sua équipe e io con la mia. Abbiamo pregato tanto per riuscire a farlo, perché per me esiste un solo pericolo grande, in questo momento: la distruzione, la guerra, l’odio tra noi. E se noi credenti non siamo capaci di darci la mano, abbracciarci e pregare, la nostra fede sarà sconfitta».
Una parte dei cattolici la accusa di farsi strumentalizzare dai musulmani…
La condizione femminile
Il maltrattamento delle donne è un problema Oserei dire che l’umanità ancora non è maturata
«Ma non solo dai musulmani, mi accusano di farmi strumentalizzare da tutti, anche dai giornalisti! È parte del lavoro. Dal punto di vista cattolico il documento non si è schiodato di un millimetro dal Concilio. Se uno si sente male io lo capisco, non è una cosa di tutti giorni. Ma è un passo avanti. Anche nel mondo islamico ci saranno discrepanze, ma i processi maturano».
Il suo appello per la pace in Yemen: che reazioni ha ricevuto?
«Sul problema delle guerre: lei ne ha menzionata una. È difficile dare un’opinione dopo aver parlato con poche persone. Dirò che ho trovato buona volontà nell’avviare processi di pace».
La rivista femminile dell’«Osservatore Romano» ha denunciato l’abuso sessuale sulle donne consacrate da parte del clero. Affronterà questo problema?
«È vero, il maltrattamento delle donne è un problema. Oserei dire che l’umanità ancora non è maturata: la donna è considerata di “seconda classe”. È un problema culturale, in alcuni Paesi si arriva ai femminicidi. Sì, è vero, nella Chiesa ci sono stati sacerdoti e anche vescovi che hanno fatto questo. E io credo che si faccia ancora: non è che dal momento in cui tu te ne accorgi, finisce. È da tempo che ci stiamo lavorando. Abbiamo sospeso qualche chierico, sciolto qualche congregazione. Si deve fare qualcosa di più? Sì. Abbiamo la volontà? Sì. Ma è un cammino che viene da lontano. Benedetto XVI ha avuto il coraggio di fare tante cose su questo tema. Il folklore lo fa vedere come debole, ma di debole non ha niente È un uomo buono, un pezzo di pane è più cattivo di lui, ma è un uomo forte. Su questo problema io voglio andare avanti. Ci sono dei casi. Stiamo lavorando».