La Stampa 6.2.19
Alexandria Ocasio-Cortez
“Nessun compromesso con Trump
Solo così potremo sconfiggerlo”
30 anni, è stata eletta al Congresso per i democratici il 6 novembre 2018 al termine delle elezioni di midterm
di Paolo Mastrolilli
«Nessun compromesso con Trump. Solo così lo batteremo nel 2020».
Sono
le nove del mattino all’aeroporto La Guardia, e mi sto imbarcando sul
volo per andare a Washington a seguire il discorso sullo stato
dell’Unione. Davanti a me c’è una ragazza minuta, con scarpe da
ginnastica, cappotto e leggings neri, e un cappello di lana grigio
calato sulla fronte fino agli occhiali.
Nelle mani stringe un
bicchiere di cartone per il caffè. A vederla così, nessuno sospetterebbe
che si tratta del fenomeno politico del momento negli Stati Uniti. Ma a
sorprendere è soprattutto la gentilezza con cui Alexandria
Ocasio-Cortez accetta di fare una chiacchierata, in attesa dell’imbarco.
Cosa si aspetta da Trump nel suo discorso sullo stato dell’Unione?
«Niente
di nuovo. Dirà che vuole collaborare, ma sono offerte vuote. Insisterà
sul muro al confine col Messico, e su tutte le sue posizioni che non
hanno alcun senso pratico».
Cosa succederà il 15 febbraio, quando
scadrà il provvedimento che avete approvato per riaprire le attività
dello stato dopo la serrata?
«Dovreste chiederlo a lui, che mentre
sono ancora in corso i colloqui tra repubblicani e democratici per
discutere cosa fare sul tema immigrazione e sicurezza, già minaccia una
nuova serrata, o la proclamazione dello stato d’emergenza».
Come dovrebbero rispondere i democratici?
«Tra
i miei compagni di partito sento troppe voci inclini al compromesso, e
penso che sia un atteggiamento sbagliato. L’ultimo shutdown è stato
molto doloroso per Trump, che non ha ottenuto nulla di quanto voleva, e
ha perso popolarità nei sondaggi. Ciò è accaduto perché la posizione
ferma presa dai democratici non era solo conveniente sul piano politico,
ma anche giusta nella sostanza e condivisa dalla maggioranza degli
americani. Se Trump vuole davvero provocare un altro shutdown, o
proclamare l’emergenza nazionale, non dobbiamo andargli incontro.
Proceda pure, e si farà ancora più male».
Questa linea intransigente andrà seguita anche nella campagna per le presidenziali dell’anno prossimo?
«Esiste
una possibilità concreta di sconfiggere politicamente Trump, senza
pensare alle inchieste giudiziarie. Lo ha dimostrato il risultato delle
elezioni di midterm, dove i repubblicani hanno perso gli Stati chiave
del 2016, cioè Pennsylvania, Michigan, Wisconsin. Ciò è successo perché
la nostra base è tornata a votare in massa, motivata dalle politiche
sbagliate di Trump, e dalle proposte dei nostri candidati. Seguendo
questa strada, possiamo batterlo anche nel 2020».
Lei sa che nei sondaggi molti elettori democratici vorrebbero candidarla alle presidenziali?
«Non ho neanche l’età legale per farlo».
E allora su chi bisogna puntare, nell’affollatissimo gruppo dei candidati già in corsa?
«Dobbiamo
scegliere una persona coraggiosa, determinata a promuovere le idee che
distinguono il Partito democratico su temi come l’uguaglianza, la
sanità, l’istruzione, la politica fiscale e la difesa dell’ambiente».
Perciò l’accusano di essere una socialista irresponsabile, che vuole alzare le tasse al 70%, usando toni anche violenti.
«È
dura, molto dura. Io però sto solo cercando di ristabilire il principio
fondante dell’uguaglianza negli Stati Uniti, dove tutti abbiamo gli
stessi diritti e le stesse opportunità».
Sa di essere diventata un fenomeno anche all’estero?
«Davvero?».
Noi su La Stampa abbiamo pubblicato il suo primo profilo durante le primarie.
«Oddio.
Devo ammettere che tutta questa attenzione è stressante, molto
stressante. Però io cerco di restare con i piedi per terra».