La Stampa 5.2.19
Netanyahu prepara la prima visita a Casablanca
di Giordano Stabile
L’offensiva
diplomatica di Benjamin Netanyahu nel mondo arabo-musulmano si prepara
al colpo grosso in Marocco. Il premier israeliano si appresta alla prima
visita nel Paese del Maghreb «attorno al 30 marzo», cioè a ridosso
delle elezioni del 9 aprile. Sarebbe una spinta notevole nel duello con
l’ex capo delle Forze armate Benny Gantz, in rimonta nei sondaggi.
Israele e Marocco non hanno rapporti diplomatici, nonostante le
relazioni cordiali fin dai tempi Mohammed V, il sovrano che ha portato
all’indipendenza il regno nel 1956. Non è un problema, perché Netanyahu
ha già visitato lo scorso 25 ottobre l’Oman, un’altra nazione araba
senza relazioni ufficiali con lo Stato ebraico.
Ora il sito
marocchino in lingua francese Le Desk ha rivelato che il consigliere
alla Sicurezza nazionale Meir Ben-Shabbat «sta lavorando» con il pieno
appoggio americano a un incontro fra Netanyahu e re Mohammed VI. La
visita, secondo la tv israeliana Channel 12, dovrebbe svolgersi negli
ultimi giorni di marzo, subito dopo quella di Papa Francesco. Per il
“Times of Israel”, le chance di successo sono alte, perché Rabat conta
sull’appoggio di Washington per farsi riconoscere le proprie
rivendicazioni sull’ex Sahara spagnolo, occupato nel 1975. In cambio,
fra l’altro, è pronta a offrire la normalizzazione dei rapporti con
Israele.
La delegazione repubblicana
I preparativi per la
visita di Netanyahu hanno subito una accelerazione con l’arrivo di una
folta delegazione di esponenti repubblicani dall’America. Il gruppo
comprendeva i leader della Jewish Coalition Norm Coleman e Matt Brooks,
il diplomatico di lungo corso Elliot Abrams, l’ex portavoce della Casa
Bianca Ari Fleischer, oltre al lobbysta pro-Marocco Andrew King. Subito
dopo sono cominciate le indiscrezioni, ora confermate dai media, anche
se sia il governo israeliano che quello marocchino hanno evitato di
commentare o ufficializzare.
Per Netanyahu sarà un tassello
importante nella sua politica di penetrazione diplomatica in Medio
Oriente e Nord Africa. Oltre alla visita in Oman c’è stata quella in
Ciad, Paese che aveva rotto i rapporti diplomatici nel 1972 e ora li ha
riallacciati. Nel Golfo Israele adesso può contare anche su relazioni
«semi-diplomatiche» con Arabia Saudita ed Emirati Arabi, visto che
funzionari governativi e degli apparati di sicurezza si scambiano visite
sempre più frequenti. E il leader di un’altra nazione musulmana, il
primo ministro del Mali Soumeylou Boubeye, arriverà il prossimo mese in
Israele. Lo scopo, come ha spiegato lo stesso Netanyahu durante
l’incontro con il presidente ciadiano Idriss Déby a N’Djamena, «è aprire
una breccia nel cuore del mondo musulmano».