sabato 2 febbraio 2019

La Stampa 2.2.19
Il duello fra Netanyahu e Gantzper conquistare i militari 

di Rolla Scolari

Nella fotografia in completo scuro, le bandiere di Israele sullo sfondo, i due generali si stringono la mano, le braccia alzate verso l’alto. Uno di loro, il fotogenico ex capo di Stato maggiore Benny Gantz, è il più credibile rivale del premier israeliano Benjamin Netanyahu al voto anticipato di aprile. E pochi giorni fa, quando ha aperto la sua campagna elettorale con un discorso a Tel Aviv, ha annunciato l’alleanza con un altro militare da poco entrato in politica: l’ex ministro della Difesa ed ex capo di Stato maggiore, Moshe Ya’alon. E Gantz starebbe corteggiando altri due ex capi di Stato maggiore: Gabi Ashkenazi ed Ehud Barak.
Se da ex generale Gantz richiama i riservisti, colora i suoi cartelloni elettorali di verde militare, completandoli con una grafica che ricorda quella usata dall’esercito, pubblica video di quartieri di Gaza rasi al suolo nelle operazioni condotte sotto il suo comando, da politico Netanyahu decide di passare al contrattacco sullo stesso campo. D’altronde, dopo l’alleanza con Ya’alon, il movimento di Gantz sale nei sondaggi e accorcia il distacco con il primo ministro, che per contrastare l’assalto degli ex militari moltiplica le visite alle caserme e ai soldati in divisa, invitando giornali e televisioni a ogni uscita. Netanyahu, che soltanto pochi giorni fa ha annunciato dopo un’era di ambiguità che Israele bombarda da anni obiettivi iraniani in Siria, appare con i paracadutisti dopo un’ispezione a un loro deposito. Era stato prima in visita a una base nel deserto del Negev. In un Paese in cui due premier – Yitzhak Rabin ed Ehud Barak – sono arrivati al potere dopo carriere militari, dove vince il candidato capace di convincere sulla sicurezza, Netanyahu non può che difendere il suo soprannome di Mr. Security davanti a rivali che hanno lanciato una sfida in quella direzione: erodere elettorato alla destra che si vuole campione della sicurezza e alla sinistra che soffre perché in quel campo manca di credenziali.
La trasversalità del movimento del rivale - Hosen L’Yisrael (Resilienza per Israele) potrebbe diventare una preoccupazione per Netanyahu: «Né destra né sinistra», è uno degli slogan della campagna di Gantz. E se l’immagine bellica del comandante convive con un messaggio di dialogo - «Non bisogna vergognarsi di volere la pace», recita lui in un video - la presenza di una figura come Ya’alon, che sostiene la presenza di insediamenti israeliani nei Territori palestinesi, va in direzione opposta a quanto detto da Gantz nel discorso del debutto. Il candidato ha parlato del rafforzamento di soli tre blocchi di insediamenti in Cisgiordania, suggerendo così la possibile evacuazione di quelli più isolati: una posizione che potrebbe avvicinargli elettorato di centro sinistra.