La Stampa 10.2.19
Prato
La scossa a sinistra: pranzi anti-crisi alle Case del popolo
di Mario Neri
Quando
va bene alla mensa della Caritas gli rifilano una rosetta di scorta.
«Ma dopo una notte al freddo il pane si secca» e a lui non resta che uno
sconsolato gorgoglìo nello stomaco. Luigi, 71 anni, 36 passati da
«stradino» e manovale a cottimo, una pensione minima e nulla al mondo
oltre a se stesso, s’è «già segnato per venire tutti i giorni».
In
fondo «l’obiettivo di questa tavola», dicono Elisa Barni e Simonetta
Bernardini, assistenti sociali, «è cambiare la prospettiva della
giornata a queste persone». E se Luigi dorme in macchina da sei anni
solo con i suoi pensieri, i tortelli con il ripieno di mortadella devono
per forza darti la netta sensazione di aver svoltato. «Avere almeno un
posto dove mangiare per me è ottimo».
Ottimo, come un buon pasto,
che sa di ottimismo, dice questo ex muratore che la retorica delle
periferie abbandonate definirebbe uno dei «forgotten» della sinistra,
finiti fuori dall’agenda politica del Pd, che qui a Prato, quartiere
Grignano, è sprofondato diventando una delle nuove enclave
grillo-leghista. Per questo «C’è posto per te» non è solo un progetto
dell’Arci. A Prato i pranzi gratis organizzati dall’associazione in tre
Case del popolo delle periferie un tempo oasi rosse della classe operaia
stanno diventando un modello per la sinistra e i dem ancora
scombussolati dalla scoppola del 4 marzo. Non è un caso che fra i tavoli
dei circoli, da lunedì, giorno dell’inaugurazione, il sindaco renziano
Matteo Biffoni sia una presenza fissa. Questa tavola insomma è un
sussulto, un pranzo anti-recessione, una forma di protesta contro il
cattivismo. Per questo il Pd s’è messo in scia. A maggio ci sono le
elezioni. «C’è posto per te» l’hanno chiamato i volontari dell’Arci «per
far capire che in un periodo in cui le porte si chiudono, noi siamo
quelli che le tengono spalancate», dice il presidente dell’associazione
Enrico Cavaciocchi. La formula è semplice: dal lunedì alla domenica, nei
quartieri popolari, anziani poveri o anche semplicemente soli possono
avere un pasto gratis e una tavolata di amici con cui parlare,
scherzare, giocare a carte, oppure leggere libri. Raffaele Vita, 66
anni, pensionato, dice di essersi affacciato al circolo di via Bambini
con un po’di imbarazzo: «Io vivo solo e mi fa piacere pranzare con altre
persone, ascoltare i loro problemi. Mi dispiace perché magari là fuori
c’è qualcun altro che ha più bisogno». Ma Raffaele non è affatto fuori
posto. «Questa iniziativa – spiega Luigi Biancalani, assessore al
Sociale – punta ad intercettare gente che sfugge ai servizi sociali,
perché magari non è abbastanza povera per l’emergenza ma non per questo
si può dire non sia finita in un vicolo cieco». In un fondo chiuso della
solitudine. Una settimana fa, all’inaugurazione a Borgonuovo s’erano
presentati più politici locali e funzionari del Comune che anziani. Più
palco che realtà. «Questo progetto – dice il sindaco – riconnette chi è
fragile o vive nella solitudine con una comunità, tramite i circoli si
riaggancia al mondo». E tramite i circoli i dem, magari, si riagganciano
a un popolo perduto.