martedì 12 febbraio 2019

La Stampa 10.2.19
Prato
La scossa a sinistra: pranzi anti-crisi alle Case del popolo
di Mario Neri


Quando va bene alla mensa della Caritas gli rifilano una rosetta di scorta. «Ma dopo una notte al freddo il pane si secca» e a lui non resta che uno sconsolato gorgoglìo nello stomaco. Luigi, 71 anni, 36 passati da «stradino» e manovale a cottimo, una pensione minima e nulla al mondo oltre a se stesso, s’è «già segnato per venire tutti i giorni».
In fondo «l’obiettivo di questa tavola», dicono Elisa Barni e Simonetta Bernardini, assistenti sociali, «è cambiare la prospettiva della giornata a queste persone». E se Luigi dorme in macchina da sei anni solo con i suoi pensieri, i tortelli con il ripieno di mortadella devono per forza darti la netta sensazione di aver svoltato. «Avere almeno un posto dove mangiare per me è ottimo».
Ottimo, come un buon pasto, che sa di ottimismo, dice questo ex muratore che la retorica delle periferie abbandonate definirebbe uno dei «forgotten» della sinistra, finiti fuori dall’agenda politica del Pd, che qui a Prato, quartiere Grignano, è sprofondato diventando una delle nuove enclave grillo-leghista. Per questo «C’è posto per te» non è solo un progetto dell’Arci. A Prato i pranzi gratis organizzati dall’associazione in tre Case del popolo delle periferie un tempo oasi rosse della classe operaia stanno diventando un modello per la sinistra e i dem ancora scombussolati dalla scoppola del 4 marzo. Non è un caso che fra i tavoli dei circoli, da lunedì, giorno dell’inaugurazione, il sindaco renziano Matteo Biffoni sia una presenza fissa. Questa tavola insomma è un sussulto, un pranzo anti-recessione, una forma di protesta contro il cattivismo. Per questo il Pd s’è messo in scia. A maggio ci sono le elezioni. «C’è posto per te» l’hanno chiamato i volontari dell’Arci «per far capire che in un periodo in cui le porte si chiudono, noi siamo quelli che le tengono spalancate», dice il presidente dell’associazione Enrico Cavaciocchi. La formula è semplice: dal lunedì alla domenica, nei quartieri popolari, anziani poveri o anche semplicemente soli possono avere un pasto gratis e una tavolata di amici con cui parlare, scherzare, giocare a carte, oppure leggere libri. Raffaele Vita, 66 anni, pensionato, dice di essersi affacciato al circolo di via Bambini con un po’di imbarazzo: «Io vivo solo e mi fa piacere pranzare con altre persone, ascoltare i loro problemi. Mi dispiace perché magari là fuori c’è qualcun altro che ha più bisogno». Ma Raffaele non è affatto fuori posto. «Questa iniziativa – spiega Luigi Biancalani, assessore al Sociale – punta ad intercettare gente che sfugge ai servizi sociali, perché magari non è abbastanza povera per l’emergenza ma non per questo si può dire non sia finita in un vicolo cieco». In un fondo chiuso della solitudine. Una settimana fa, all’inaugurazione a Borgonuovo s’erano presentati più politici locali e funzionari del Comune che anziani. Più palco che realtà. «Questo progetto – dice il sindaco – riconnette chi è fragile o vive nella solitudine con una comunità, tramite i circoli si riaggancia al mondo». E tramite i circoli i dem, magari, si riagganciano a un popolo perduto.