martedì 12 febbraio 2019

Il Sole Domenica 10.2.19
Ricostruzioni. Uno studio lo libera dai residui di cent’anni di socialismo
Il pensiero di Karl Marx attraverso la biografia
di Giuseppe Vacca


La fine dell’Unione Sovietica interruppe la pubblicazione delle Opere Complete di Marx ed Engels che aveva avuto inizio a Mosca negli anni Venti, ma poco tempo dopo, quando ancora non s’erano placate le futili dispute sulla «fine della storia», il progetto editoriale fu ripreso in Europa. Esso si giova di una mole di scritti inediti ancora più grande e di una rete di studiosi di tutto il mondo che lo stanno portando a termine alacremente, con acribia filologica e grande dedizione.
Marcello Musto s’inserì in quella rete quando era ancora un giovane dottorando e da quindici anni si dedica allo studio della vita e del pensiero di Marx per “liberarlo” dalle sedimentazioni di cent’anni di socialismo. La sua biografia, pubblicata in Italia da Einaudi, è un esempio perspicuo della storiografia internazionale che procede a ripristinare e innovare la figura del filosofo di Treviri, argomentandone la perdurante vitalità.
Il pensiero di Marx scaturì dalla mondializzazione della modernità europea nella seconda metà dell’Ottocento e Musto sottolinea la coincidenza temporale fra l’avvio della critica dell’economia politica e la prima crisi economica mondiale innescata dal capitalismo americano nel 1857. La sua vitalità si misura nell’analisi dei processi mondiali odierni, caratterizzati dall’esaurimento della centralità globale dell’Occidente. La ricostruzione rigorosamente storiografica del pensiero marxiano è stata concepita da Musto in modo da interessare le diverse aree del mondo, limitandosi al periodo in cui Marx elaborò la critica dell’economia politica. Nell’attuale congiuntura mondiale, segnata da una impressionante ripresa dell’interesse per Marx, considero feconda la scelta di utilizzare la disponibilità di nuove fonti, di una nuova ermeneutica e di una nuova filologia per ricostruire la genesi e la stesura del Capitale.
Musto ha incrociato le ricerche economiche, storiche, filosofiche, teorico politiche, antropologiche di Marx con l’analisi minuta della sua attività di leader politico della Prima Internazionale. In tal modo ha tolto ogni alibi a chiunque voglia continuare a “filosofeggiare” sul pensiero marxiano ignorandone l’interazione con la biografia. E non sono meno importanti la restituzione degli affetti domestici, delle incredibili sofferenze procurategli dai malanni e dagli stenti, la memoria delle tragedie familiari fra cui si dipanò in quegli anni la sua esistenza poiché la conoscenza dell’umanità di Marx è un antidoto altrettanto valido sia contro le mitizzazioni, sia contro le perduranti demonizzazioni del suo “fantasma”.
Quello di Musto è dunque uno scavo imprescindibile per accostarsi all’opera fondamentale del pensatore di Treviri che, com’è noto, quando era in vita pubblicò solo il primo libro del Capitale, mentre la pubblicazione degli altri tre volumi, avvenuta dopo la sua morte, avviò la crescente “invadenza” degli inediti alimentando le più varie e selettive letture, “revisioni” e “combinazioni” del suo pensiero che ne hanno condizionato e distorto l’immagine e la ricezione per oltre un secolo.
La storia degli ultimi centocinquant’anni è solcata dal contrasto fra il cosmopolitismo dell’economia e il nazionalismo della politica ma la vita intellettuale è rimasta fortemente ancorata alle vicende politiche nazionali. In Italia la diffusione delle opere di Marx ebbe un vero exploit subito dopo la seconda guerra mondiale, ma la loro interpretazione fu influenzata da correnti filosofiche attratte e contaminate dagli scritti giovanili pubblicati prevalentemente negli anni Trenta. Fra gli anni Cinquanta e Sessanta ci fu una nuova fioritura di pubblicazioni che introdussero Il Capitale nella cultura filosofica italiana. Ma anche essa fu condizionata dal dibattito filosofico europeo che non nutriva interessi storiografici per i nessi fra la vita e il pensiero di Marx. Si verificò quindi un fenomeno paradossale: la preponderanza dell’inedito giunse a bandire Il Capitale dalla ricerca culturale. Ne presero il posto i Grundrisse, cioè i lavori preparatori, che meglio si prestavano a nuove combinatorie filosofiche culminate, alla fine degli anni Settanta, nella proclamazione della “crisi della ragione”.
Nel lavoro di Musto la ricostruzione storiografica degli scritti marxiani si svolge invece attraverso un costante riscontro degli inediti sugli editi, ritessendo le fila d’una ricerca incompiuta ma ininterrotta, che proseguì fino alla fine dei suoi giorni. Un work in progress, che dimostra come Marx non si fermasse all’analisi dei rapporti di produzione, ma proiettasse il suo sguardo su quelli che già allora apparivano gli aspetti distruttivi della natura e della vita generati dalla globalizzazione del capitalismo.
La struttura del libro dà conto pienamente del perché, «tra i classici del pensiero economico e filosofico, Marx sia quello il cui profilo è maggiormente mutato nel corso degli ultimi anni». L’autore parte dalla critica dell’economia politica affiancandovi subito la ricostruzione dell’attività politica di Marx nel quindicennio considerato, esplora poi le ricerche antropologiche dell’ultimo triennio e conclude ripercorrendo la teoria politica che attraversa tutta la sua vita. L’afflato “militante” della biografia di Musto si risolve quindi nella rivitalizzazione del laboratorio analitico marxiano, fondamentale per giungere a una narrazione storica sensata del mondo contemporaneo, distinta e distante dalle diatribe correnti sulla “globalizzazione” e sul “disordine mondiale”.
Karl Marx. Biografia intellettuale e politica (1857-1883) Marcello Musto Einaudi, Milano, pagg.344,€ 30