il manifesto 8.2.19
Guerra di Spagna, una lunga resistenza in otto canzoni
1936-39.
Storia di straordinaria solidarietà internazionalista da raccontare
all’Europa di oggi. Attraverso i suoni, le parole e le immagini
La volontaria francese Marina Ginestà (1919-2014) in Spagna, all’età di 17
di Rudi Assuntino
La
guerra di Spagna (1936-1939) fu la prova generale del secondo conflitto
mondiale e anticipazione di tragedie di sconvolgente attualità.
Imperialismo, fascismo, inerzia delle potenze europee favorirono la
sperimentazione di tecniche belliche disumane (come i bombardamenti
aerei sui civili). La lotta di resistenza all’aggressione franchista fu
anche però straordinaria occasione di solidarietà internazionale: almeno
50mila i volontari accorsi da 53 Paesi a sostegno della Repubblica.
Quasi 5mila gli italiani.
Proprio in difesa di quel patrimonio,
dei valori più alti che l’umanità seppe esprimere, l’Associazione
italiana dei combattenti volontari antifascisti di Spagna (Aicvas), a
chiusura delle celebrazioni dell’80mo anniversario di quegli eventi ha
prodotto tra l’altroLa lunga Resistenza, un documentario disponibile sul
web, della durata di oltre 3 ore e mezza, di Italo Poma e per la regia
di Luciano D’Onofrio, che racconta l’epopea degli antifascisti italiani
con materiali di repertorio, interviste ai protagonisti quand’erano in
vita e contributi scientifici di storici italiani, francesi e spagnoli.
Poi
c’è la musica. Per chi si è affacciato alla canzone politica agli inizi
degli anni Sessanta le canzoni della guerra di Spagna, 1936-1939, sono
state un testo fondamentale. E lo sono ancora, per raccontare quella
guerra che è stata anche nostra. Proviamo a farlo in otto canzoni.
1.
EL QUINTO REGIMIENTO: 18 luglio 1936, all’indomani delll’insurrezione
di Franco, il Partito comunista spagnolo fonda il V° Reggimento. Lo
guida l’italiano Vittorio Vidali. Il tema musicale è popolare, lo ha
raccolto, armonizzato e registrato Federico Garcia Lorca. Da qui nasce
la ballata di Ivan Della Mea La Ringhera.
2. LOS CUATRO GENERALES:
i 4 generali che guidano la rivolta marciano a novembre su Madrid che
resiste anche grazie alle Brigate internazionali. Quanto al tema
musicale, come sopra.
3. DIE THAELMANN KOLONNE: i volontari
tedeschi, circa 5.000, subiscono terribili perdite durante la sua
difesa. La musica è composta del famoso musicista tedesco Paul Dessau.
4.
YARAMA VALLEY: i volontari americani, circa 3.200, raccolti nel
Battaglione Lincoln hanno il battesimo del fuoco nel febbraio 1937 nella
battaglia omonima presso Madrid. 1.500 di loro lasceranno la vita in
Spagna. La musica è quella di The Red River Valley.
5. EL EJERCITO
DEL EBRO/Viva la Quinze Brigada: nel 1938 le forze della Repubblica
costretta alla difensiva su molti fronti dalle soverchianti forze
militari degli insorti dai corpi di spedizione nazifascisti, sferrano il
25 luglio 1938 una potente controffensiva sul fiume Ebro che bloccherà
per mesi la sorte della guerra. Sull’aria di un canto popolare.
6.
A LAS BARRICADAS: quello anarchico è uno dei principali campi
ideologici della Repubblica. La musica è quella della Warszawianka, inno
dell’insurrezione antizarista del 1905. In rete ne circola una toccante
versione, ricca di filmati, dei curdi siriani della Rojava.
7.
EINHEITSFRONT (Canzone del Fronte Unito): inno comunista scritto da
Bertolt Brecht musicato da Hanns Eisler, versioni in molte lingue.
Quella francese è firmata dal premio Nobel per la Letteratura 1915
Romain Rolland.
8. CANCION DE BOURG-MADAME: alla vigilia della
Conferenza di Monaco, il 21 settembre 1938 il nuovo presidente Juan
Negrin, ordina il ritiro delle Brigate Internazionali. Questo è il loro
saluto nel febbraio del 1939. Sull’aria dell’inno bolscevico
Konarmejskaja (L’armata a cavallo), quella dei racconti di Isaac Babel’,
musica dei fratelli Pokrass.
Se poi si vuole viaggiare su quella
macchina del tempo che a volte è Internet, si può cercare Canciones de
las brigadas internacionales, il canzoniere delle Brigate
Internazionali, pubblicato a cura di Ernst Busch, a Barcellona, giugno
1938, 5° edizione, introduzione del poeta Rafael Alberti. In 88 canzoni,
un quadro emozionante di un’epoca in cui lo scontro tra chi cantava
Figli dell’officina e chi cantava La guardia rossa non si faceva solo
con le canzoni.
Oltre che dalla voce dei reduci, come arrivano
questi canti in Italia? Nel 1961 la Folkways pubblica un’antologia con
sei canzoni del Battaglione Lincoln cantate, tra gli altri, da Pete
Seeger e Woody Guthrie e sei canzoni «per la democrazia» cantate da
Ernst Busch, grande figura delle Brigate Internazionali e in seguito
attore brechtiano. Uscirà più tardi un’antologia analoga per la casa
discografica Italia Canta a cura di Sergio Liberovici e Michele
Straniero, dello storico gruppo torinese Cantacronache. A loro si deve
anche una raccolta clandestina uscita in Spagna di canti anti
franchisti, pubblicata da Einaudi con il titolo Canti della Nuova
Resistenza Spagnola 1939/1961, che procurerà ad autori ed editore grossi
guai giudiziari. E grazie alla raccolta della Albatros, Cancion de
Bourg-Madame, vengono diffuse in Italia le composizioni del cantautore
spagnolo Chicho Sanchez Ferlosio, indicato come Anonimo spagnolo, tra le
quali Julian Grimau Hermano, Gallo rojo gallo negro, La Hierba De Los
Caminos, La Paloma De La Paz, Cancion Del Soldado e altre.
Luis Llach in concerto nel 1976 al Palazzo dello Sport di Barcellona
La
canzone che più di altre rappresenta la fine del franchismo è
sicuramente L’Estaca del grande cantautore catalano Lluis Llach,
eseguita in uno storico concerto a Barcellona nel gennaio del 1976. L’ho
ascoltato nell’estate di quell’anno a Barcellona in un concerto tenuto
nello spazio della cavea accanto alla locale università, vibrante di
migliaia di bandiere catalane. Sul palco, a poca di distanza da lui,
c’era il Censore: vigilava sulla conformità del testo cantato con quello
approvato dalle autorità. Un paio di giorni dopo seguivo, per un nuovo
concerto, Llach e i suoi musicisti lungo il sentiero di un paesino di
montagna, e tutti quanti seguivamo il suo pianoforte a coda portato a
spalla.
Un’altra storia di censura: nel 1970 Pete Seeger viene
invitato a cantare in Spagna con l’espresso divieto di cantare le
canzoni della guerra: non le canterà ma le eseguirà a banjo intonate da
decine di migliaia di persone che non le hanno mai dimenticate.
La
quasi totalità di queste canzoni, più molte altre, si possono ascoltare
su un doppio cd antologico intitolato Spagna ’36 – Un sogno che
resiste, prodotto dall’Istituto Ernesto de Martino, dagli Archivi della
Resistenza e dall’Aicvas, che contiene 28 brani ripresi da alcuni dei
protagonisti degli ultimi 50 anni del folk revival e della canzone
politica italiana, da Ivan della Mea a Giovanna Marini. E sul cd Al
pueblo y a la flor, interpretato da La Desbandá. Oggi 8 febbraio, alle
ore 17 presso la Casa della Memoria e della Storia di Roma (via s.
Francesco di Sales, 5), verranno presentati nel corso di un racconto
emozionale delle pagine più significative della lotta anti franchista,
così come viene suggerito dalla ricca letteratura poetico musicale nata
intorno a quegli eventi. Nella stessa occasione verrà presentato il web
documentario La lunga resistenza 1936-1945. Alcune delle canzoni
raccolte nei cd verranno eseguite dal vivo. L’incontro è promosso dal
Circolo Gianni Bosio, dall’Anpi di Roma, dall’istituto Ernesto De
Martino e dall’Associazione italiana combattenti volontari antifascisti
di Spagna (Aicvas).
Il 29, 30 e 31 marzo inoltre avrà luogo anche
quest’anno la Festa della Lega di Cultura di Piadena (Cr). L’ultimo
giorno, a Pontirolo nella cascina di Miciu Azzali, numerosi gruppi
musicali italiani ed europei faranno rivivere questi canti per la nuova
Europa che ci piace.