il manifesto 1.2.19
A Firenze una giornata per Rosa e Karl
Archivio
'68. Una giornata per Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, organizzata
dall'Archivio '68 domani, sabato 2 febbraio, a partire dalle 15 nella
Sala Ketty La Rocca in piazza delle Murate, a cento anni dal loro
assassinio. Una riflessione affidata a Vito Nanni, Riccardo Bellofiore,
Vincenzo Miliucci e Giuseppe Gambino. In mostra dieci pannelli su
Luxemburg, Liebknecht, Karl, Grosz, Kollwitz, Max Beckmann ed epitaffi
di Brecht, in sala anche il Coro d’assalto Garibaldi di Livorno.
di Riccardo Chiari
FIRENZE
Una giornata per Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, organizzata
dall’Archivio ’68 domani, sabato, a partire dalle 15 nella Sala Ketty La
Rocca in piazza delle Murate, a cento anni dal loro assassinio.
“Vogliamo ricordarli – ben sintetizza Giuseppe Gambino – perché, come
dice Hannah Arendt, ‘nel passato ci sono grumi di futuro’, e la
rivoluzione è un grumo incandescente, un qualcosa che può ancora
generarsi”. Da parte sua Maurizio Lampronti dell’Archivio ’68 osserva:
“Ci è sembrato importante ricordare il loro ruolo non secondario
nell’elaborazione di un pensiero e di un’azione autenticamente
comunista, nel senso nobile del termine”. La riflessione è affidata a
quattro relazioni di Vito Nanni, Riccardo Bellofiore, Vincenzo Miliucci e
appunto Giuseppe Gambino, che ancora osserva: Della Luxemburg vogliamo
ricordare la rivoluzionaria, la marxista, per Mehring la più geniale fra
i discepoli, la donna. E vogliamo preservare la memoria, perché nella
sua città natale, Zamosc, in Polonia, hanno tolto la targa sulla sua
casa. Infine è importante far conoscere ai giovani questi protagonisti
del 900, in particolare Liebknecht, che in Italia conoscono in pochi”.
Annessa al convegno una mostra con dieci pannelli su Luxemburg,
Liebknecht, Karl, Grosz, Kollwitz, Max Beckmann ed epitaffi di Brecht, e
sarà presente in sala il Coro d’assalto Garibaldi di Livorno.
“Cercheremo di focalizzare principi centrali politici quali
l’antimilitarismo, la lotta contro la guerra, la necessità di un’azione
coerentemente internazionalista, e la lotta per una società socialista –
chiude Lampronti – segnalando la necessità, anche oggi, di una
preparazione teorica e di un rapporto con le fasce sociali sfruttate,
emarginate e represse”.