sabato 9 febbraio 2019

Il Fatto 9.2.19
“Ho cambiato io l’annotazione sulla salute di Cucchi: me l’ha dettata il maresciallo Mandolini”
di A.Masc.


Il depistaggio per coprire i carabinieri che, secondo la Procura, dopo l’arresto di Stefano Cucchi lo picchiarono, viene confermato anche nell’udienza di ieri al processo per la morte del giovane, avvenuta il 22 ottobre 2009, a Roma. Il maresciallo Davide Antonio Speranza ha confermato di aver firmato una nota del 27 ottobre 2009, suggerita dal maresciallo Mandolini, imputato per falso e calunnia: “Ho cambiato l’annotazione di servizio sulle condizioni di salute di Cucchi, dopo l’arresto, riscrivendola sotto dettatura del maresciallo Mandolini”. Quella nota fu firmata anche dal collega Nicolardi, imputato come Mandolini. La prima nota, scritta veramente da Speranza e firmata solo da lui, faceva capire che il ragazzo non stava bene: “Alle 5.25 la Centrale operativa ci ordinava di andare in ausilio al militare di servizio alla Stazione di Tor Sapienza in quanto Cucchi era in stato di escandescenza”; nella seconda invece si legge che “durante l’accompagnamento non lamentava nessun malore”. Mandolini, secondo Speranza, gli disse di cestinare la prima nota, ma non lo fece e così oggi diventa una prova importante per l’accusa.