Il Fatto 9.2.19
Il sindacato sfida il governo: il “risveglio” della sinistra
Cgil,
Cisl e Uil - Corteo a Roma fino a piazza San Giovanni: è la prima
manifestazione dalle Politiche del 2018. Il debutto di Landini da leader
di Salvatore Cannavò
Chi
ha memoria di sinistra e sindacati ricorda che negli ultimi venti anni
la politica ha sempre beneficiato del “risveglio” sindacale. Di
risveglio ha parlato proprio Maurizio Landini, segretario della Cgil da
due settimane, invitando alla manifestazione indetta insieme a Cisl e
Uil e che oggi sfilerà a Roma per concludersi in piazza San Giovanni. La
partecipazione si annuncia rilevante se è vero che fino a ieri sono
stati organizzati 12 treni speciali, 1300 pullman, due navi, diversi
voli low-cost oltre a tutti i viaggi auto organizzati. Insomma, giornata
delle grandi occasioni.
Ed ecco, allora, il ricordo di chi sfila
con il sindacato da alcuni decenni. “Anche nel 1994 dopo la vittoria di
Berlusconi, la sinistra entrò in letargo, letteralmente annichilita da
un risultato inatteso. Lo sciopero e la manifestazione di Cgil, Cisl e
Uil, contro la riforma delle pensioni – che poi fece cadere il governo
per mano di Umberto Bossi – il 12 novembre 1994, con un milione di
persone in piazza, segnò il ‘risveglio’ della base di sinistra”. Altra
occasione, più nota: “Il 23 marzo 2002. Anche questa volta al Circo
Massimo, ma con la sola Cgil e il suo segretario, Sergio Cofferati”. I
milioni saranno tre e l’ineffabile Berlusconi aveva appena rivinto le
elezioni nel 2001. La resistenza della Cgil alla riforma dell’articolo
18 dello Statuto dei lavoratori – che invece riuscirà a governi di
sinistra come i due governi Monti e Renzi – unita al contestuale
movimento anti-globalizzazione e poi contro la guerra, produrrà
anch’essa un nuovo risveglio.
Così la sinistra parlamentare ci
spera. A scendere oggi in piazza ci saranno due candidati alla
segreteria Pd su tre: Maurizio Martina lo ha annunciato da tempo, Nicola
Zingaretti lo ha confermato ieri. Roberto Giachetti è invece in
partenza per Danzica dove apre la sua campagna per le primarie
ricordando il sindaco Pawel Adamowicz.
Ci saranno le forze alla
sinistra del Pd, Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, Roberto
Speranza del Mdp, Rifondazione comunista.
Solo che stavolta la
situazione è molto diversa. Al governo c’è una formazione politica i cui
elettori, perlomeno una larga parte, in quelle precedenti occasioni si
trovavano nelle piazze – si pensi a quanto conti per il M5S il
Referendum sull’acqua pubblica del 2011, anch’esso una riscossa contro,
ancora una volta, Berlusconi –. Oggi, invece, sostengono un governo da
cui si aspettano risultati anche sul fronte sociale. Ed è palpabile, sui
social network, nel dibattito sui mezzi di informazione (si veda
l’intervista a Pasquale Tridico in pagina) il disappunto e lo
straniamento che il “popolo a cinque stelle” vive nei confronti della
piazza sindacale. La quale sarà fondamentalmente anti-governativa come
dimostra la semi-provocazione della Confindustria emiliana che annuncia
la sua presenza.
Lo stesso Landini ha rilanciato ieri le sue
critiche al reddito di cittadinanza, definito un “ibrido” e alla riforma
pensioni conosciuta come “quota 100”. Soprattutto, il segretario della
Cgil vuole caricare la piazza anche di un sentimento anti-Salvini
attaccato per le politiche sui migranti che hanno un profondo impatto
sull’elettorato di sinistra. Anche Cisl e Uil, sebbene meno esposte
nella polemica contro il governo, mettendo l’accento sulla piattaforma
alternativa, si collocheranno in una dinamica di scontro anche se il
governo finora ha preferito non commentare con dichiarazioni esplicite
né, tantomeno, sprezzanti. La piattaforma, del resto, è forse poco
digeribile per la Lega, ma non ha proposte sovversive: l’incremento
degli investimenti pubblici al 6%, lo scomputo degli investimenti
pubblici dal deficit; il limite a 1.000 euro per i pagamenti in
contanti; un fondo statale per il Mezzogiorno; cassa integrazione
straordinaria e contratto di solidarietà; rafforzamento della Naspi; 41
anni di contribuzione per andare in pensione a prescindere dall’età; una
pensione contributiva di garanzia per i giovani; eliminare i super
ticket; rinnovare i contratti del pubblico impiego.
Al sindacato
interessa soprattutto il riconoscimento dal governo: “Stupisce che Di
Maio abbia incontrato i Gilet gialli – ha dichiarato ieri Landini – che
protestano contro il governo Macron e non incontri i sindacati
italiani”. Oltre a questo, interessano risultati concreti per questo la
protesta andrà avanti ancora nelle forme che si vedranno.
Dalla piazza per il governo giallo-verde nasce un controcanto nuovo: la situazione potrebbe essere più movimentata.