martedì 5 febbraio 2019

Il Fatto 5.2.19
Caso Foibe, il Viminale minaccia: “Via i soldi all’Anpi”
di Lorenzo Vendemiale


Una conferenza controversa, l’ombra del negazionismo delle foibe e i partigiani finiscono nel mirino di Matteo Salvini: il ministro dell’Interno se la prende con l’Anpi e minaccia addirittura di toglierle i 100 mila euro l’anno che riceve dal ministero (ma non dal suo). Tutto nasce da un evento a Parma il 10 febbraio, intitolato “Fascismo e Foibe”, in cui è prevista la proiezione del video “La foiba di Bassovizza, un falso storico”: la partecipazione dell’Anpi locale è diventata un caso nazionale, con le proteste di Fratelli d’Italia e della Lega, seguite dalla minaccia di Salvini. “È necessario rivedere i contributi alle associazioni, come l’Anpi, che negano le stragi fatte dai comunisti nel dopoguerra”. Non è la prima volta, del resto, che i partigiani scivolano sulle foibe (qualche giorno fa sul sito della sezione di Rovigo un post negazionista bollava i massacri come “invenzione dei fascisti”). Come non è la prima volta che da ambienti di destra si mettono in discussione i loro contributi. Adesso lo fa Salvini, che forse aveva il dente avvelenato anche per la recente campagna dell’associazione partigiani contro il suo decreto sicurezza. C’è solo un problema: quei soldi non sono di sua competenza ma del ministero della Difesa, da cui l’Anpi riceve un finanziamento come le altre associazioni combattentistiche (è la più ricca, con 100 mila euro su un milione totale). Poi nel bilancio (che non è pubblico) ci sono i ricavi dal 5 per mille, circa 250 mila euro.
A parte le minacce di Salvini, però, sui fondi non c’è nulla di concreto in cantiere. A scanso di equivoci è comunque arrivata la precisazione dell’Anpi nazionale: “Non per timore delle ‘minacce’ ma per obiettività storica, ribadisco che le foibe sono una tragedia nazionale: sia la frase di Rovigo che l’iniziativa di Parma non sono condivisibili”, la nota firmata dalla presidente Carla Nespolo. Caso chiuso, per il momento.