Il Fatto 4.2.19
“Guardiamo ai movimenti, saremo noi l’alternativa ai giallo-verdi”
Il sindaco di Napoli è pronto a scendere in campo alle europee alla guida dei partitini di estrema sinistra
di Enrico Fierro
“Di
fronte alle scelte disumane di questo governo bisogna agire e offrire
una alternativa agli italiani”. Luigi de Magistris è netto: correrà con
una sua lista alle prossime elezioni europee.
La lista de Magistris?
No,
non sarà il solito partitino personale. È una coalizione, se sarò
considerato il leader o il capo, chiamiamolo come ci pare, mi assumerò
la responsabilità di guidare questo processo. Ci metto la faccia, e
insieme sceglieremo se candidarmi già alle europee o meno. Ho una sola
perplessità: voglio portare a termine il mio mandato di sindaco e poi
candidarmi alla guida della Campania, per portare anche lì il
cambiamento che abbiamo realizzato a Napoli.
Obiettivo?
Offrire
una terza via. Non vogliamo l’Europa dell’austerità e dei neoliberismi
selvaggi alla Renzi, Macron e Merkel, né quella dei muri alla Orban,
Salvini e Di Maio. L’Unione va ricostruita dal basso, con le città, il
territorio, l’accoglienza, la solidarietà e la giustizia sociale. Il
messaggio che lancio è che l’alternativa a Salvini-Di Maio non può
essere chi ha provocato la malattia politica di un governo che è il più a
destra della storia repubblicana del Paese.
Porte chiuse al Pd?
Sbarrate. Il Pd non è più credibile agli occhi di chi vuole il cambiamento. Non è più spendibile a sinistra.
Quindi a quale campo politico guardate?
All’opposizione reale che sta crescendo nel Paese, movimenti, gruppi sociali e individualità”.
È una ulteriore frammentazione, o il tentativo di riunificare i pezzi della sinistra?
Non
riproporremo vecchie operazioni di ricomposizione del puzzle della
sinistra radicale. Noi vogliamo mettere insieme le esperienze che in
questi anni hanno resistito. A Napoli abbiamo dimostrato che si può
coniugare rivoluzione, intesa come capacità di rottura del sistema, e
governo competente delle istituzioni. Ceti popolari, borghesia
illuminata, sindaci, movimenti, reti sociali: questi sono i miei
riferimenti. Ci saremo alle europee, ma l’obiettivo è la guida del
Paese.
Sindaco, i più benevoli le diranno che lei è un illuso.
Analisti,
politologi, editorialisti, si ostinano a non vedere che nel Paese sta
crescendo una opposizione reale. La gente è stanca della politica
dell’urlo, del rancore, del nemico a tutti i costi, della paura. Vuole
un’alternativa. Un fenomeno già visto a Napoli quando venni eletto per
la prima volta sindaco. Proponemmo la rottura di un sistema potentissimo
e la gente scelse noi, non la destra berlusconiana o un centrosinistra
che governava da anni.
I sondaggi valutano la lista Calenda al 20-24%, mentre il vostro raggruppamento non viene testato, perché?
Noi
puntiamo alle elezioni, non ai sondaggi. Detto questo, Calenda mette
insieme personaggi e pezzi di potere che sono la causa vera
dell’esplosione di Salvini. Se l’opposizione a questo governo è fatta
dai Calenda e da Renzi, insomma, dagli sconfitti, i giallo-verde possono
stare tranquilli.
Sull’immigrazione l’Italia si lacera e Salvini miete consensi…
Nel
governo c’è un misto terribile di disumanità e incompetenza: il
ministro Toninelli continua a parlare di porti chiusi, mentre sono
aperti. Di Maio che dice blocchiamo la nave Sea Wacht, ignorando che in
Italia c’è ancora la separazione dei poteri e un sequestro non lo
dispone il governo, ma l’autorità giudiziaria. Se non ci fosse stata la
mobilitazione dei sindaci sul tema del decreto sicurezza e la battaglia
sulla Sea Wacht, avremmo avuto ancora la nave in mare con le persone
costrette a soffrire. Attaccano le Ong perché non vogliono testimoni in
mare, occhi in grado di vedere. Ora che le condotte criminali che hanno
messo in campo stanno venendo a galla, sta emergendo la verità: le
scelte disumane sull’immigrazione sono dell’intero governo. L’unità
M5S-Lega è granitica anche nella difesa di Salvini. Altro che onestà e
trasparenza.
Qualcuno parla di mutazione genetica dei Cinquestelle, qual è il suo giudizio?
Non
li ho mai votati, ma ho sempre riconosciuto che nel loro humus c’era
una volontà di cambiamento. Lo slogan onestà-onestà era giusto, nel Sud
ha attirato voti, ma dopo un anno di governo la mia valutazione è
negativa. Dall’incompetenza evidente di esponenti che sono al vertice
del governo e delle istituzioni, al capolavoro politico.
Quale?
Quello
di aver preso una marea di voti al Sud e di far diventare dominus del
governo uno come Salvini che ha governato con Berlusconi e che è il
politico più antimeridionale che si conosca. Sono dei geni, passeranno
alla storia. Sulla questione morale devo dire che, al di là delle
vicende che hanno riguardato le famiglie di Di Maio e Di Battista, mi
chiedo come si possa governare con un partito come la Lega condannato
per aver truffato 49 milioni allo Stato? Ma vedono le alleanze che
Salvini sta facendo al Sud? Stanno costruendo un Paese disumano, che
rischia di essere odiato nel mondo. Un Paese che con l’approvazione
dell’autonomia delle regioni ricche del Nord sarà più ingiusto e diviso.
I Cinquestelle puntano al reddito di cittadinanza. Qual è il suo giudizio?
L’intera
manovra del governo è elettoralistica. Sul Reddito va detto che è una
misura che abbiamo sempre chiesto, ma analizzata a fondo appare come un
obiettivo che guarda alle elezioni europee. Di Maio ha accelerato i
tempi e vuole staccare l’assegno il 27 aprile a poche settimane dal
voto. È una norma temporanea, dura pochi mesi e non è legata al lavoro,
finito il budget, sette miliardi e mezzo, i disoccupati non avranno
prospettive e ce li ritroveremo sotto i Comuni a chiedere un lavoro.
L’alternativa è quell’insieme di scelte che nella manovra non ci sono,
soprattutto quella di coniugare misure per gli investimenti, per lo
sviluppo e il lavoro e assistenza alle fragilità sociali.