martedì 12 febbraio 2019

Il Fatto 10.2.19
Torino, la protesta degli anarchici diventa guerriglia
Cassonetti incendiati, un bus assaltato: per ore la città assediata da oltre mille manifestanti. Dodici i fermati
di Stefano Bertolino


La risposta allo sgombero del centro sociale torinese L’Asilo, a Torino, era attesa ed è arrivata.
Una fitta nebbia avvolge corso San Maurizio, buona parte del quartiere Vanchiglia, fino in Corso Regina. L’aria è irrespirabile. Il fumo dei lacrimogeni entra nei locali della movida dove la gente si barrica spaventata e impaurita. Chi è per strada scappa con le mani sul viso, le sciarpe fin sugli occhi per coprirsi, scansando pali divelti, cassonetti incendiati e il tappeto di cocci e pietre che ricoprono strade e marciapiedi. Bombe carta e sirene squarciano la tranquillità del sabato sabaudo.
Il bilancio dei violenti scontri tra gli 800 anarchici e forze dell’ordine parla di 4 feriti, di cui uno in codice rosso, 12 manifestanti fermati, e un bus di linea assaltato. “Non ho mai visto niente di simile – ha raccontato l’autista – sono saliti incappucciati sfasciando tutto. Tremo ancora adesso”. Un gruppo di manifestanti è salito a bordo, spaccando i vetri e lanciando i lacrimogeni raccolti per strada all’interno del mezzo, mettendo in fuga i due passeggeri e il conducente.
“Galera per questi infami! Ridotti quasi a zero gli sbarchi, adesso si chiudono i centri sociali frequentati da criminali”, tuona il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ma lo sgombero del centro sociale di via Alessandria per il momento è solo riuscito a far salire la tensione in città. Già giovedì sera infatti un corteo di circa 300 persone si era scontrato per le vie del quartiere Aurora proprio per protestare contro l’operazione della Questura di Torino. Lo stesso questore Francesco Messina affermava in conferenza stampa di non temere la risposta degli anarchici: “Non temiamo nulla, mai avuto timore, siamo addestrati e capaci di affrontare l’ordine pubblico”.
Eppure, nonostante l’ingente schieramento di mezzi e uomini tra polizia e carabinieri, gli 800 incappucciati provenienti da tutta Italia e dalla Francia, sono riusciti a tenere in scacco la città. Anzi ad essere in difficoltà per lunghi tratti sono sembrate proprio le forze dell’ordine pressate dall’incessante lancio di sassi e bombe carta (fonti di polizia sottolineano di aver comunque impedito una nuova occupazione dell’Asilo, obiettivo degli antagonisti). Anche tra i negozianti di corso Regina si è scatenato il panico quando il corteo ha incendiato i bidoni dell’immondizia, usandoli come barricate: “Ho dovuto chiudermi dentro con i clienti, erano tutti terrorizzati. C’erano anche dei bambini all’interno del locale”, racconta il gestore di un bar.
La condanna di quanto avvenuto è arrivata anche dal governatore Sergio Chiamparino e da Chiara Appendino: “Quanto sta accadendo in queste ore non può essere confuso in alcun modo con l’esercizio della democrazia”, ha twittato la sindaca. Proprio nel mirino dei manifestanti è finita anche l’amministrazione pentastellata, accusata di riqualificare i quartieri periferici a discapito degli spazi sociali. Un’accusa diretta ad Appendino che nei giorni scorsi aveva espresso piena soddisfazione per lo sgombero dello spazio occupato, ringraziando la Questura e gli agenti, sottolineando che l’operazione era stata lungamente attesa da tutta la città.
“L’Asilo non si tocca, ce lo riprenderemo”, si legge sui muri dopo il passaggio del corteo. E se la promessa di scontri è stata pienamente mantenuta c’è da aspettarsi che i gruppi anarchici cittadini non lasceranno passare molto tempo prima di trovare nuovi spazi da occupare. Con buona pace del ministro Salvini e della sindaca Appendino.