mercoledì 9 gennaio 2019

Repubblica 9.1.19
Kaczynski, da Solidarnosc alla destra estrema
L’uomo forte di Varsavia nazionalista per vendetta
di Wlodek Goldkorn


L’uomo che Matteo Salvini incontra a Varsavia nel tentativo di creare una coalizione sovranista in Europa (ma una volta li chiamavamo semplicemente nazionalisti) non ricopre alcuna carica di governo, eppure tutto il potere in Polonia è nelle sue mani. Ufficialmente Jaroslaw Kaczynski è un semplice deputato alla Dieta, ma tutti lo chiamano "presidente".
Infatti è presidente del partito Diritto e Giustizia (Pis), creato assieme al fratello gemello Lech, capo dello Stato, morto nell’incidente aereo sopra Smolensk in Russia, nel 2010. Ed è la sede del partito, i maligni dicono come ai tempi del comunismo, in via Nowogrodzka a Varsavia, il luogo dove vengono prese le decisioni cruciali riguardanti la vita del Paese. Kaczynski ama muoversi con discrezione, demandare (ma non delegare) i compiti e le funzioni ministeriali ai suoi fedelissimi. E per quanto riguarda l’attività parlamentare è rimasta celebre la sua irruzione sul podio degli oratori (alla Dieta di Varsavia si parla da un podio posto sotto il banco della presidenza) dove disse: «intervengo senza essere iscritto» e continuò parlando dei «musi da traditori» dei deputati dell’opposizione.
Dopo aver epurato i media pubblici, dopo aver tentato di soggiogare il Tribunale costituzionale al potere politico; senza successo va detto, perché le istituzioni europee hanno ordinato il reintegro dei giudici mandati in pensione; ora Kaczynski vorrebbe perfino riscrivere la storia patria. Nella narrazione del Pis e degli intellettuali vicini al potere Lech Walesa, storico leader di Solidarnosc, è dipinto come (presunto) agente dei servizi comunisti.
Eppure, chi conosce bene e da tempo Kaczynski racconta una storia di un uomo che da giovane non era nazionalista; che tuttora nel suo intimo disprezza gli antisemiti e l’antisemitismo e non è xenofobo. I fratelli Kaczynski sono nati e cresciuti in una famiglia di intellighenzia illuminata, genitori eroi della Resistenza; casa frequentata da artisti e scrittori in un quartiere di Varsavia, Zoliborz, da sempre di sinistra. Grazie a queste frequentazioni, da bambini recitarono in un film di grande successo di critica e del pubblico. Da studenti collaboravano con l’opposizione democratica. Lo stesso Jaroslaw, ai tempi dell’Università ha avuto per maestro un giurista di origine ebraica, progressista.
E allora, cosa è successo? È successo, che nel 1989, ai tempi della transizione dal comunismo alla democrazia, i fratelli Kaczynski, che erano vicinissimi a Walesa (ma lui dice che già allora di loro non si fidava) e a quel processo parteciparono, non vennero premiati con incarichi ministeriali. Ai posti di comando arrivarono altri esponenti di Solidarnosc: intellettuali come Mazowiecki, Geremek, Kuron e lo stesso Walesa venne per un certo periodo messo al margine. Da allora cominciò la scalata verso il potere e la ricerca di una vendetta. La retorica di destra e l’alleanza con la parte fondamentalista della Chiesa era il mezzo più utile a questo scopo. E a questo scopo viene riletta la storia, mentre il negoziato del 1989, appunto, tra i comunisti e Solidarnosc che portò alla democrazia, è interpretato come il tradimento delle élite di sinistra.
Così nel 2005 Lech Kaczynski viene eletto presidente della Repubblica e quando muore nell’incidente aereo mentre andava a commemorare i 21mila ufficiali polacchi assassinati da Stalin nel 1940, il fratello Jaroslaw sostiene che di un complotto dei russi si è trattato, complici i liberali polacchi. Il resto è cronaca di questi anni: da quando nel 2005 Pis vinse le elezioni politiche, la Polonia, da Paese modello e pilastro di una nuova Europa, è diventata l’avanguardia del sovranismo.
Da Salvini divide Kaczynski il giudizio su Putin, ma è una contraddizione in seno al popolo.