Repubblica 30.1.19
L’antico Egitto senza più tanti misteri
La
prima uscita della serie è dedicata a una delle culture più
affascinanti Un appassionante universo da scoprire tra storia, segreti,
arte e vita quotidiana
di Luigi Gaetani
Con
"Repubblica" ogni mese i volumi che raccontano "Le Grandi Civiltà" del
mondo con un ricco apparato di illustrazioni Si comincia facendo un
salto indietro nel tempo nella valle del Nilo
Chissà cosa deve
essere passato per la testa dell’egittologo britannico Howard Carter
mentre, nel novembre del 1922, percorreva i primi gradini d’ingresso al
sepolcro di uno sconosciuto — fino ad allora — faraone della
diciottesima dinastia, Tutankhamon. La tomba del re fanciullo,
probabilmente morto a diciotto o diciannove anni, riaffiorata dalla
Valle dei re praticamente intatta, avrebbe rivelato uno dei più ricchi
tesori archeologici di tutti i tempi. La storia di quella scoperta
clamorosa, che occupò per anni le cronache dei giornali di tutto il
mondo, provocò un’ennesima ventata di "egittomania" che si propagò in
tutto l’Occidente. Il magnifico trono del sovrano, il suo carro da
parata, i tre sarcofagi che proteggevano la mummia e la celebre maschera
funeraria d’oro e pietre preziose, sono solo alcuni tra i migliaia di
reperti ritrovati, le cui forme influenzarono profondamente l’estetica
Art Déco. Prova ne sono le tante architetture, i gioielli e i lussuosi
mobili e oggetti in stile egyptian revival prodotti negli anni Venti e
Trenta.
Quella della scoperta della tomba di Tutankhamon è solo
l’ultima tappa della lunghissima storia di fascinazione che la civiltà
dell’antico Egitto ha esercitato sugli europei. Non ne furono esenti i
romani — basti pensare ai tanti obelischi che ancora oggi adornano le
piazze della capitale o alla piramide che il ricco Caio Cestio si fece
costruire sull’Ostiense — e nemmeno i filosofi e gli artisti
rinascimentali, il cui interesse fu risvegliato quando nel 1505 Aldo
Manuzio diede alle stampe, per la prima volta, il testo sulla scrittura
geroglifica di Orapollo. La napoleonica campagna d’Egitto, nel 1798-99,
inaugurò l’autentica passione documentaria per le vestigia archeologiche
dei faraoni, stimolata dalla pubblicazione della Description de
l’Égypte che raccoglieva osservazioni e disegni degli studiosi al
seguito dell’esercito francese. Un interesse che dall’Ottocento è
rimasto inalterato fino a oggi.
Proprio per questo, non poteva non partire dalle rive del Nilo la nuova collana di dodici volumi che Repubblica e National
Geographic
dedicano alle grandi civiltà della storia, dall’India all’antica Roma,
dai Maya all’impero Khmer. Il primo, intitolato, appunto, Egitto, è in
edicola da oggi ( 12,90 euro più il costo del giornale). Oltre duecento
pagine in grande formato per ripercorrere l’evoluzione millenaria della
società, della cultura, dell’arte e della vita materiale di un popolo
straordinario, attraverso un ricchissimo apparato iconografico e testi
chiari ed esaurienti.
Non ci sono solo le famosissime vestigia dei grandi sovrani dell’Antico e del Nuovo regno.
Il
libro parte dalle origini della più longeva civiltà della storia, ai
tempi in cui, lungo la valle del Nilo, si stabilirono le prime comunità
preistoriche. Dalle culture neolitiche nel quinto millennio avanti
Cristo si arriva al 3000, quando i sovrani di Abido riuscirono per la
prima volta a unificare il Paese. Dopo le prime dinastie, è con i
sovrani della quarta — Cheope, Chefren e Micerino — che vengono eretti
gli splendidi monumenti per i quali gli egizi sono universalmente
conosciuti: le piramidi di Giza e la Sfinge, attorno alle quali sorsero
le necropoli della famiglia reale e dei funzionari di corte.
Parallelamente ai cambiamenti politici e sociali, il volume segue — con
fotografie, illustrazioni e spiegazioni dettagliate che costituiscono il
vero punto forte della collana — l’evoluzione dell’arte e
dell’architettura, forse il maggiore lascito della cultura egizia. Delle
piramidi è ricostruita l’evoluzione — a partire dalla più antica
màstaba, passando per le strutture a gradoni — e sono riportate le
ipotesi sulle tecniche costruttive, che ancora oggi affascinano studiosi
e appassionati. Per quanto riguarda sculture, oggetti e monili, il
libro ne ripercorre la trasformazione nel corso dei secoli, dai più
antichi vasellami, sculture e incisioni, alle già elaboratissime e
raffinate suppellettili della sepoltura della regina Hetepheres, madre
di Cheope, ritrovate nel 1925 e oggi custodite al museo del Cairo.
Il
racconto continua con la prima fase di frammentazione politica, con il
periodo chiamato Medio regno e con l’invasione dei dominatori "
stranieri" Hyksos. L’affermarsi della diciottesima dinastia segnò
l’inizio del Nuovo regno, che vide leggendarie figure di faraoni come
Akhenaton, Nefertiti, Tutankhamon e Ramesse II, il più grande
edificatore della storia egizia, che regnò per più di settant’anni. Tebe
divenne il centro politico e religioso: è il tempo di nuovi incredibili
monumenti, come i templi di Karnak e Luxor e le tombe della Valle dei
re. Il volume tocca, infine, anche l’ultimo periodo della storia
dell’antico Egitto, quando, dopo un altro lungo periodo di divisioni e
il dominio persiano, si aprì la strada alla conquista di Alessandro
Magno, nel 332 avanti Cristo.
Con i sovrani della dinastia
tolemaica e con la successiva dominazione di Roma, arte e tradizioni
locali iniziarono a fondersi con elementi della cultura ellenistica.
L’imporsi
del cristianesimo, nel quarto secolo, portò alla chiusura degli ultimi
santuari degli antichi dei, ponendo fine a una civiltà durata quasi
quattromila anni.
Dopo quello sull’Egitto seguiranno le uscite —
una volta al mese, fino a dicembre — dei volumi dedicati alle altre
civiltà, a partire, il 27 febbraio, da quello su una cultura altrettanto
millenaria e — almeno per noi — in parte misteriosa: quella cinese.