giovedì 24 gennaio 2019

Repubblica 24.1.19
Le prossime mosse
Ora la sfida sarà tenere uniti stabili e precari
di Paolo Griseri


L’avversario
Con Sergio Marchionne, ad di Fca, Landini ha avuto diversi momenti d’attrito culminati nella vertenza di Pomigliano
La cravatta rossa
Maurizio Landini ha indossato la cravatta una sola volta, nel 2015, quando andò a buon fine la trattativacon Whirlpool
Il bacio
In passato la Fiom di Landini ebbe rapporti burrascosi con Susanna Camusso, un bacio nel 2015 suggellò la pace

BARI Una delle frasi più ripetute durante i lunghi mesi del congresso della Cgil è che "l’incarico di segretario generale cambia le scelte delle persone". E’ presto per dire se Maurizio Landini rispetterà questa regola. Certo, da quando è entrato nella segreteria generale della Cgil, ha ridotto le sue uscite pubbliche e le sue radicali prese di posizione. E’ vero che da leader della Fiom era più naturale andare all’attacco. Domani il nuovo segretario farà il discorso programmatico e si definiranno meglio le linee della sua azione sindacale. Ci sono fin da oggi alcuni punti fermi.
Il referendum sugli accordi
Il primo è quello del rapporto con i lavoratori negli uffici e nelle fabbriche. C’è da giurare che Landini sarà coerente con uno dei mantra della sua azione sindacale: la validazione degli accordi da parte di tutti i lavoratori coinvolti e non solo degli iscritti ai sindacati che firmano l’intesa. Una linea che il Landini metalmeccanico ha sempre mantenuto. Con una vistosa eccezione: Fca. Nei referendum di Pomigliano e Mirafiori le indicazioni della Fiom sono state battute. Ma in quel caso, era la tesi, non si trattava di una consultazione libera perché l’azienda aveva subordinato gli investimenti e la garanzia dei posti di lavoro all’approvazione degli accordi.
Il rapporto con Cisl e Uil
Il secondo punto sarà inevitabilmente il rapporto unitario con Cisl e Uil. E anche qui la sua biografia sindacale, fatta di aspre rotture con Fim e Uilm, sembrerebbe remare contro. Ma sul suo tavolo di segretario generale Maurizio Landini troverà in eredità il dossier della prima manifestazione unitaria contro il governo, il 9 febbraio. Un appuntamento importante per verificare l’esistenza di una opposizione sociale al governo Salvini-Di Maio, presupposto indispensabile per una opposizione politica. Se Landini saprà tenere un rapporto con gli altri due sindacati confederali, potrà arrivare un giorno a far approvare quella legge sulla rappresentanza che garantirebbe anche a sindacati come la Fiom la piena agibilità sui luoghi di lavoro sulla sola base del consenso tra i lavoratori e a prescindere dalla loro linea nei confronti delle aziende.
Il mondo dei precari
Per l’ex saldatore da oggi numero uno della Cgil il punto più difficile da realizzare sarà comunque il terzo: tenere unito il mondo del lavoro dei precari con quello di chi ha il posto fisso. Un’impresa su cui si sono cimentati negli ultimi anni molti sindacalisti, compresa Susanna Camusso. Combattere la separazione dei lavori, dei contratti e delle garanzie è in fondo la più grande scommessa che oggi ha di fronte chi fa sindacato.
Le anime della Cgil
Sul fronte interno solo i prossimi mesi diranno come si saranno adattate le diverse anime della Cgil al cambio di guida. Il congresso ha consegnato al nuovo segretario generale una Cgil meno monocratica, più pluralista di com’era nel passato recente. Ma gli schieramenti interni al più grande sindacato italiano sono mutevoli. Come dimostra la stessa alleanza, fino a qualche anno fa impensabile, tra Susanna Camusso e Maurizio Landini.