Repubblica 15.1.19
La Rai di governo
Su Tele-Visegrad il Tg2 batte tutti nell’ode al Capitano
A dare il "la" all’orgia mediatica è stato il guru della comunicazione leghista Luca Morisi
di Goffredo De Marchis
Sull’arresto
di Cesare Battisti la Rai fa la Rai, ovvero la tv di Stato, ovvero la
televisione filo-governativa per eccellenza. Il problema è che i leader
di governo alzano un tale polverone che la grancassa gialloverde di
Viale Mazzini si adegua, straborda. E suona all’impazzata un inno
trionfale all’esecutivo. Per Conte, per il Guardasigilli grillino
Bonafede e in particolare per il Capitano. Al secolo Matteo Salvini.
Due
minuti e 40 secondi sul Tg2 delle 20,30 domenica sera per un’intervista
doppia, alla vittima del terrorista rosso Alberto Torreggiani e al
ministro dell’Interno che alla fine si abbracciano soddisfatti. Quasi un
record. Sono minuti eterni per i tempi televisivi. Anzi, sono
antitelevisivi ma se servono a esaltare le gesta di Salvini vanno bene.
Il Tg2 bissa ieri mattina ospitando per un’ora Salvini nella nuova trasmissione d’informazione "Tg2 Italia".
Accanto
a lui il direttore Gennaro Sangiuliano, saggista, critico letterario
sulle pagine del Sole 24 ore ma anche salviniano della prima ora.
«Sovranismo e populismo, che io rivendico come miei fari, significano
mettere insieme culture di destra e di sinistra», dice. Intanto ha
trasformato il suo telegiornale in Tele-Visegrad così come Sandro Curzi
aveva fatto del Tg3, con orgoglio, Tele-Kabul. Cioè, un prodotto
identitario, riconoscibile per chiunque, schieratissimo. Kabul era la
capitale dell’Afghanistan allora sotto il controllo dell’Unione
sovietica. Visegrad è la città-castello ungherese dove si sono riuniti
per la prima volta i Paesi sovranisti europei.
Naturalmente il
"la" all’orgia mediatica intorno alla cattura di Battisti lo detta il
guru salviniano Luca Morisi. È lui a far capire a tutti che bisogna
affondare sul tema, che la notizia va pompata.
Usa Twitter ma lancia un messaggio a quell’informazione "mainstream" che dice di non amare: giornali e televisioni.
Scrive un cinguettio in cui attacca gli intellettualoni di sinistra che avevano firmato un appello per la libertà di Battisti.
Dunque, lo spin è: buttiamola in politica, non è solo un arresto, è sempre campagna elettorale.
Come sui migranti.
Recepiscono
i tg governativi Tg1 e Tg2. Capiscono anche i 5 stelle che inondano le
bacheche con i loro post: Giuseppe Conte e Alfonso Bonafede i
protagonisti.
Parte alle 22,30, arriva alle 12,30 a Ciampino. Chi
va all’aeroporto. Salvini sicuro. Allora il ministro della Giustizia lo
marca stretto: vengo anch’io. gestisco io l’arresto e il trasferimento
in carcere. Vengo e parlo allo scalo.
Le immagini vengono
rilanciate dai telegiornali. Decine di minuti dedicati allo sbarco di
Battisti, ancora interviste. Il Tg5 non è da meno. Qualcuno su Twitter
scrive: «Questa sera per la prima volta non vedrò i telegiornali».
Troppa enfasi, zero misura.
La Rai collabora acriticamente all’operazione mediatica costruita sulla figura’arresto di Battisti.
Ma
sono i governanti a dettare la linea, a gonfiare la bolla. Cè anche la
conferenza stampa di Conte e Salvini da coprire, nerll’imbarazzante
rincorsa ai meriti dell’arresto. A un certo punto l’account della
Polizia di Stato twitta: «Grazie a chi ha lavorato silenziosamente per
tanti anni a questo risultato». È una risposta garbata alla grancassa?
Va così e andrà allo stesso modo nelle prossime settimane che ci avvicinano alla campagna elettorale per le Europee.
«Abbiamo
fatto un buon lavoro», dice Sangiuliano. Poi precisa: «Ma ho anche
detto che Battisti paga un’antipatia personale che non è scritta nei
codici». E rivendica un servizio sui 90 anni del liberal Noam Chomsky. E
il ricordo, ieri sera, di Martin Luther King. Un socialista e un nero.
Ma alla fine c’è solo un Capitano.