Il Fatto 15.1.19
Gli ex compagni di Parigi
Scalzone: “Giornata terribile”. Persichetti: “Esibito come trofeo”
“La
prima impressione a caldo è il senso di angoscia rispetto al vedere un
uomo, un essere umano preso, catturato, avviarsi verso quella che alcuni
vorrebbero fosse la sua tomba anticipata”. Così Oreste Scalzone, già
cofondatore di Potere operaio rifugiato a Parigi, oggi libero, ha
commentato le immagini dello sbarco a Ciampino di Cesare Battisti,
atteso dai ministri Alfredo Bonafede e Matteo Salvini. “È una giornata
per certi versi terribile”, ha detto Scalzone all’Ansa. Toni simili usa
Paolo Persichetti, ex brigatista delle Ucc, condannato per concorso
morale nell’omicidio del generale Licio Giorgieri, riparato anche lui a
Parigi ma estradato dalla Francia nel 2002: “C’è una costruzione del
mostro, del personaggio – osserva Persichetti, sociologo –. La birra, il
ghigno, il sorriso strafottente, la barba finta che finta non è… Lo
hanno descritto come uno che si godeva la vita, la bella gente… Ma
Battisti viveva in una soffitta e faceva il portiere. Lavorava in un
sottoscala dove c’era un computerone su cui scriveva, però
nell’immaginario era uno che viveva nei salotti francesi. Ha pensato di
salvarsi con la scrittura ed è finito intrappolato nella figura
dell’intellettuale da salotto”.