Il Fatto 15.1.19
Casimirri, Pietrostefani e gli altri tra la Francia e l’America Latina
Condannati
per terrorismo - Rossi e neri. Le storie dei latitanti degli anni di
piombo riparati all’estero. L’ex Nar Spadavecchia a Londra
di Gianni Barbacetto
Sono
oltre 50 i latitanti italiani ricercati nel mondo. Uno è rientrato in
Italia, Cesare Battisti, gli altri aspettano che divenga realtà
l’auspicio del presidente della Repubblica: “Siano assicurati alla
giustizia italiana anche tutti gli altri latitanti fuggiti all’estero”.
Almeno una trentina sono in Francia, gli altri sono fuggiti in mezzo
mondo, Svizzera, Regno Unito, Nicaragua, Perù, Argentina, Cuba, Algeria,
Libia, Angola.
Il più noto dei fuggitivi è Giorgio Pietrostefani.
Tra i fondatori di Lotta continua insieme con Adriano Sofri, è stato
condannato in via definitiva a 22 anni per l’omicidio del commissario
Luigi Calabresi. È dal 2000 in Francia, protetto dalla cosiddetta
“dottrina Mitterrand”, che offre asilo a una nutrita comunità di
terroristi e ricercati italiani, nel presupposto che siano accusati
ingiustamente e perseguitati dallo Stato. In realtà la giornalista
francese Marcelle Padovani ebbe a puntualizzare che il presidente
Mitterrand, da lei intervistato, aveva precisato che l’asilo politico in
Francia poteva essere concesso ai latitanti italiani a tre condizioni:
che non avessero commesso delitti di sangue, che la loro condanna non
fosse definitiva e che si fossero impegnati a non commettere reati in
Francia. Condizioni che per molti dei ricercati certo non ricorrono.
Tra
i terroristi riparati in Francia ci sono Narciso Manenti, militante del
gruppo Guerriglia proletaria, che nel 1979 a Bergamo uccise il
carabiniere Giuseppe Gurrieri, e i brigatisti rossi Sergio Tornaghi,
Enrico Villimburgo, Marina Petrella, Simonetta Giorgieri, Carla
Vendetti, Roberta Cappelli. Per Petrella, coinvolta nel rapimento di
Aldo Moro, l’estradizione è stata bloccata per motivi umanitari dal
presidente Nicolas Sarkozy. Condannato all’ergastolo per il suo
coinvolgimento del caso Moro e negli omicidi Bachelet, Minervini e
Galvaligi, il br Villimburgo è in Francia dal 1982. Come Simonetta
Giorgieri, detta “la primula rossa”, che faceva parte del Comitato
rivoluzionario toscano. Tornaghi era un appartenente alla colonna
milanese delle Br “Walter Alasia”, è stato condannato all’ergastolo per
l’omicidio del maresciallo Francesco Di Cataldo.
Due militanti
delle Brigate rosse condannati in via definitiva per il sequestro Moro,
ma non più estradabili in Italia, sono Alvaro Lojacono e Alessio
Casimirri. Entrambi facevano parte del commando che il 16 marzo 1978
entrò in azione il via Fani uccidendo la scorta dell’ex presidente della
Dc. Lojacono, che partecipò anche all’assassinio del giudice
Tartaglione, è diventato cittadino svizzero, acquisendo il cognome della
madre, Baragiola, cittadina elvetica. Casimirri, condannato in
contumacia a sei ergastoli, è dal 1988 in Nicaragua, dove si è sposato
acquisendo la cittadinanza di quel Paese. Ha aperto un ristorante a
Managua.
È in Nicaragua anche Manlio Grillo, militante di Potere
operaio condannato per il rogo di Primavalle in cui persero la vita
Virgilio e Stefano Mattei, 22 e 8 anni, figli di Mario Mattei,
segretario locale del Msi. Condannato a 18 anni, l’accusa è caduta in
prescrizione. Vive a Managua, dove è conosciuto come Christian De Seta.
In
Perù si è nascosto Oscar Tagliaferri, militante di Prima linea,
ricercato per omicidio, associazione sovversiva, rapina, armi. In
Argentina, a Buenos Aires, vive Leonardo Bertulazzi, militante delle
Brigate rosse.
Franco Coda, uno dei fondatori di Prima linea,
accusato di aver ucciso l’agente di polizia Fausto Dionisi, è scomparso
nel nulla e su di lui c’è una dichiarazione di morte presunta. Richiesta
(dal nipote che voleva intestarsi il suo appartamento milanese, ma
finora respinta) anche per Maurizio Baldesseroni, fuggito in Sudamerica
senza più dare notizie di sé.
Vive a Londra da oltre trent’anni
Vittorio Spadavecchia, neofascista dei Nar, i Nuclei armati
rivoluzionari, e amico di Massimo Carminati che è andato a trovarlo in
Inghilterra. È stato condannato a 15 anni nel 1989.
Ci sono poi
gli “incondannabili”, che non possono essere toccati anche se vivono in
Italia. È il caso del neonazista Franco Freda, che l’ultima sentenza su
piazza Fontana indica come l’organizzatore della strage nera del 1969.
Non può più essere più processato e condannato, perché è diventata
definitiva la sua assoluzione nel primo processo sull’attentato, quando
testimoni e prove furono sottratti ai magistrati da apparati dello
Stato. Oggi vive ad Avellino e fa, come negli anni Sessanta, l’editore
di ultradestra.
È venerato dai suoi camerati, che lo considerano
un grande pensatore, padre “preveggente” del “razzismo morfologico” che
deve contrastare la “mostruosità della società multietnica”.
Enrico Villimburgo Francia
Ex
militante delle Brigate Rosse, è Oltralpe dal 1982. Condannato
all’ergastolo nel processo Moro ter e per gli omicidi Bachelet,
Minervini, Galvaligi
Alessio Casimirri Nicaragua
Ex
brigatista, membro del commando di via Fani che sequestrò Aldo Moro e
uccise gli uomini della sua scorta. Condannato in contumacia a 6
ergastoli, a Managua si è sposato e ha aperto un locale
Manlio Grillo Nicaragua
Ex
militante di Potere Operaio, condannato a 18 anni per il rogo di
Primavalle, nel quale morirono i fratelli Mattei. A Managua si fa
chiamare Christian De Seta. L’accusa è caduta in prescrizione
Achille lollo Brasile
Potere
Operaio, assieme a Grillo condannato per il rogo di Primavalle. Nel
1993, il Tribunale supremo federale in Brasile ha rigettato la richiesta
di estradizione presentata dall’Italia
Giorgio Pietrostefani Francia
Tra
i fondatori di Lotta continua, condannato a 22 anni per l’omicidio del
commissario Calabresi insieme ad Adriano Sofri, la pena andrà in
prescrizione nel 2027. Vive a Parigi
Narciso Manenti Francia
Di Guerriglia proletaria, uccise a Bergamo nel ‘79 l’appuntato Giuseppe Gurrieri
Simonetta Giorgieri Francia
“Primula rossa”, del Comitato rivoluzionario toscano, un ergastolo per il delitto Moro
Carla Vendetti Francia
Irreperibile dal ‘94, condannata nel Moro-ter, si parla di lei per i delitti D’Antona e Biagi
Alvaro Lojacono Svizzera
Partecipò al commando di via Fani e all’uccisione del giudice Tartaglione
Marina Petrella Francia
Coinvolta nel rapimento Moro, l’estradizione venne bloccata da Sarkozy per motivi umanitari
Vittorio Spadavecchia Gran bretagna
Nar, a Londra dal 1982, assaltò con un gruppo di camerati la sede dell’Olp a Roma
Sergio Tornaghi Francia
Colonna milanese delle Br “Walter Alasia”, un ergastolo per l’omicidio di Francesco Di Cataldo
Roberta Cappelli Francia
Colonna romana delle Br, coinvolta nell’ uccisione del generale Calvaligi e nel sequestro Cirillo
Leonardo Bertulazzi Argentina
Militante delle Br, latitante per 22 anni, fu arrestato e rilasciato a Buenos Aires, dove oggi vive
Oscar Tagliaferri Perù
Ex militante di Prima Linea, è ricercato per omicidio, rapina, associazione sovversiva