Repubblica 14.1.19
L’intervento
Adultescenti al governo rischi e pericoli
Massimo
Ammaniti, neuropsichiatra infantile e psicoanalista, è professore
onorario dell’Università La Sapienza di Roma. Tra i suoi libri più
recenti, "Adolescenti senza tempo", (Editore Cortina, 2018)
di Massimo Ammaniti
Nel
mio lavoro psicoanalitico con gli adolescenti, realizzo ogni volta che i
particolari e le irrilevanze dei comportamenti giornalieri e anche dei
messaggi online sono molto più rivelatori del loro carattere rispetto ai
discorsi più costruiti ed elaborati, perché mettono in luce il modo
implicito di pensare e di porsi verso gli altri. Mi è capitato di
pensare che, ugualmente, il messaggio di Salvini comparso sui social, in
cui cita una breve frase della canzone Il Pescatore di Fabrizio De
André, sveli il suo atteggiamento e soprattutto l’omissione del
significato compassionevole della canzone, per cui la stessa compagna
del cantautore è intervenuta invitandolo ad ascoltarla meglio.
È
diventata ormai un’abitudine diffusa dei politici utilizzare la Rete per
trasmettere parole, giudizi e immagini che tradiscono sensazioni ed
emozioni immediate, che saltano la corteccia cerebrale secondo
l’insegnamento del famoso neurobiologo LeDoux che lavora negli Stati
Uniti. E sono proprio queste comunicazioni più viscerali a suscitare il
contagio virale nella Rete, provocando risonanze, corti circuiti
emotivi, adesioni o rifiuti che si muovono nella sequenza
stimolo-risposta che non prevede un vero processing razionale.
Questo
modo di procedere ricorda inevitabilmente le impulsività e le
sventatezze tipiche degli adolescenti che si fanno influenzare dal
cervello emotivo attivato dagli ormoni della pubertà.
Nello
scenario sociale attuale sta prendendo corpo la figura
dell’adultescente, un neologismo che secondo l’Oxford Dictionary designa
«una persona di mezza età, i cui vestiti, interessi ed attività sono
tipicamente associati alla cultura giovanile». Ma cerchiamo di
descrivere la figura e la mentalità degli adultescenti. Sono persone
condizionate dall’apparire piuttosto che assumere responsabilità
personali, alla ricerca continua di approvazioni e di like da parte
degli altri che servono ad alimentare il senso grandioso di sé, che
copre un’identità immatura. Ciò che contraddistingue i loro
comportamenti quotidiani è il velleitarismo che li spinge a fare
dichiarazioni avventate o ad intraprendere azioni e progetti che non
hanno le gambe per realizzarsi, perché non sono il frutto di studi e di
approfondite analisi per valutare i pro e/o i contro e soprattutto le
conseguenze e i possibili esiti delle proprie decisioni. E fino a che
questi atteggiamenti adolescenti rimangono all’interno della famiglia, i
danni sono relativamente limitati, quantunque siano i figli a dover
pagare le maggiori conseguenze di avere genitori che inseguono il mito
del giovanilismo. Ma se poi riguardano politici e uomini che hanno
responsabilità pubbliche, l’adultescenza diventa un pericolo per la
stessa sopravvivenza della comunità sociale, perché crea pericolose
illusioni e contagia gli stessi cittadini.
È l’onnipotenza al
potere, di cui abbiamo avuto tragiche conferme nella storia umana. In
Cambogia i Khmer rossi volevano riportare gli abitanti nelle campagne
perché le città erano il centro della corruzione e giustiziavano quanti
portavano gli occhiali perché erano gli intellettuali legati a vecchie
concezioni.
Per fortuna siamo molto lontani da allora, ma rimane
lo stesso pericolo, gli occhiali non si possono abolire, servono a
vedere non solo la propria realtà ma soprattutto quella sociale dei
cittadini, se si hanno responsabilità di governo.