Repubblica 11.1.19
Domani al Cinema Nuovo Sacher di Roma
Parole antifasciste per i cronisti dell’Espresso aggrediti
di g.c
ROMA.
I giornalisti dell’Espresso erano lì per raccontare, informare,
documentare la cerimonia dei neofascisti in memoria dei morti di Acca
Larentia e «di tutti i camerati assassinati sulla via dell’onore » . Ma
per i capi e capetti dell’estrema destra italiana e romana non dovevano
fare il loro lavoro di cronisti: troppo scomodi. Comincia alle 14,30 del
7 gennaio scorso al Verano l’aggressione al cronista Federico Marconi e
al photoreporter Paolo Marchetti. «Ti sparo in testa » : è una delle
frasi con cui accompagnano gli spintoni, strappano la macchina
fotografica dalla quale viene anche tolta la scheda della memoria, li
costringono a consegnare i documenti di identità e gli strumenti di
lavoro. Uno di loro viene percosso.
Davanti a quelle parole « che
abbiamo ascoltato: ti sparo in testa; a quelle che non abbiamo sentito:
la condanna dell’accaduto da parte di chi, come il ministro dell’Interno
Matteo Salvini, ha il compito di vigilare sull’ordine e sulla legalità
di un paese costituzionale e democratico come l’Italia», L’Espresso
chiama i suoi lettori e tutti i cittadini a una giornata di incontro,
domani.
«Per questo sentiamo il bisogno di incontrarci. Per dirci
di persona una parola antifascista. La parola è antifascista, così come è
antifascista il pensiero, e poi il ragionamento, il dialogo, il dubbio,
l’ironia, l’accoglienza di chi è diverso da te» . Quindi l’appuntamento
è al cinema Nuovo Sacher, dove Nanni Moretti proietta il suo Santiago,
Italia, domani alle 10.30. « Per discutere, confrontarsi, emozionarsi,
riflettere, senza rassicurazioni e auto- consolazioni, perché non di
questo abbiamo bisogno. Ma di rimettere insieme pezzi disorganizzati,
ricucire fatti lontani per trovare una spiegazione a quanto accade. È il
nostro mestiere di giornalisti. Forse più fastidioso, in tempi di vuoto
culturale e politico, di appiattimento sul presente, di distruzione
della memoria. Più necessario, sicuramente».
Ci saranno il
direttore Marco Damilano, i giornalisti dell’Espresso e Diego Bianchi,
Guido Crainz, Donatella Di Cesare, Fabrizio Gifuni, Michela Murgia,
Aboubakar Soumahoro, Samuele Lucidi (Consulta studenti), Roberto Viviani
(Baobab).
I neofascisti non sono mai andati via. Però ora si
sentono ringalluzziti dalla certezza di essere di nuovo al centro della
storia e da un sentimento di impunità. Allora è il momento di rimettere
insieme i pezzi , di ricucire fatti lontani, di opporsi alla distruzione
della memoria - come ripete Damilano che ha subito reagito ai " blabla,
e alle banalità" che sono venute da chi, come il ministro Salvini, era
chiamato a una condanna chiara e forte, non alla genericità delle scuse.