giovedì 10 gennaio 2019

Repubblica 10.1.19
La strategia
Un contratto per l’Internazionale sovranista
Tra Salvini e il polacco Kaczynski patto in dieci punti per la sfida a Pse e Ppe: “ Puntiamo su sicurezza, famiglia, radici cristiane”
di Carmelo Lopapa


VARSAVIA Il patto tra i “mastini” d’Europa è siglato, la sfida ai socialisti e ai popolari del vecchio continente è lanciata. Sono gli unici due partiti sovranisti oggi al governo nel Continente, la Lega e il polacco Diritto e Giustizia, e il modello che Matteo Salvini dice ora di voler esportare a Est — per paradosso giusto nel giorno in cui a Roma l’esecutivo quasi vacilla — è proprio il “contratto di governo in dieci punti” con i 5 stelle.
Dura un’ora e mezza il faccia a faccia tra il leader italiano e il presidente del partito di maggioranza (Pis) Jaroslaw Aleksander Kaczynski, al numero 84 della Nowogrodzka. La capitale è coperta da un manto di neve. Salvini vede prima il suo collega all’Interno, Joachim Brudzinski e il premier Mateusz Morawecki. Ma l’incontro clou è col capo partito che regge il paese dal 2015. Ma su che basi Matteo, “l’amico di Mosca”, riesce a superare le resistenze del leader europeo della destra ultra conservatrice più anti russa che ci sia in Europa? A porte chiuse, Kaczynski chiede al vicepremier pieno sostegno a Bruxelles, dove la Ue minaccia sanzioni contro la Polonia per la riforma della giustizia con cui il Pis ha di fatto posto sotto tutela l’intero arco dei giudici costituzionali. Una svolta autoritaria che ha provocato proteste di piazza e timori e in un paese in cui l’elettorato per il 75 per cento si dichiara comunque filo europeista. Ebbene, Salvini quel sostegno lo ha garantito, per quanto potrà valere: «Ognuno fa la riforma della giustizia che vuole nel proprio paese». Resta il nodo Mosca. Come poi spiegherà in un’intervista alla locale tv Tvm24, non se la sente di condannare Putin: «Non sono un giudice, lo giudicherà la storia». Al tavolo del vertice col leader polacco peraltro siede a sorpresa al fianco del ministro dell’Interno anche Claudio D’Amico, suo luogotenente all’estero, imprenditore lombardo tra i tessitori della tela Lega- Russia Unita. Detto questo, Salvini conferma al leader del Pis, e poi ripeterà incontrando in ambasciata i giornalisti, che l’Italia è «saldamente ancorata all’ Europa e alla Nato». Che sarà dalla parte dei polacchi nella «sacrosanta difesa dei suoi confini». Restano le perplessità dei polacchi sul feeling con Marine Le Pen, qui assai malvista.
Intanto però decolla l’internazionale sovranista. « Sul modello del governo italiano potremmo proporre un patto per l’Europa in 10 punti con polacchi, olandesi, danesi, spagnoli, islandesi, ci lavoreremo prima delle elezioni » , racconta il vicepremier prima di ripartire per Roma. Una federazione tra i sovranisti con possibile approdo al gruppo unico dopo il 26 maggio. «Non ho la sfera di cristallo ma l’obiettivo — dice — è di essere fondamentali nel prossimo Parlamento europeo. Chiaro che coi numeri di oggi la delegazione polacca e quella italiana sarebbero determinanti ». Determinanti soprattutto per stringere un accordo col Ppe di Merkel e di Weber scalzando i Socialisti. Con l’ultra destra di Kaczynski intanto ecco «un programma comune su sviluppo, sicurezza, famiglia, radici cristiane per cambiare le burocrazie che bloccano l’Europa: e chissà che all’asse franco-tedesco non si sostituisca uno italo-polacco». A chi chiede come giudichi la svolta “movimentista” del M5s e l’endorsement per i gilet gialli, Salvini si limita a dire: «Non entro nel merito delle scelte altrui. Io ho un gilet blu. Ognuno mette il gilet che vuole». Di certo, per ora un accordo con loro anche in Europa non è all’ordine del giorno. «Non è un’esigenza né nostra, né loro. Ci penseremo per il futuro ». Quel che non esclude, ancora una volta, è che possa assumere lui la leadership dei sovranisti europei. « Se me lo chiederanno ci penserò: se ci fosse un italiano a guidare un’altra idea di Europa sarebbe un segnale importante».