Repubblca 12.1.19
Verso il voto europeo
La solitudine dei 5 Stelle
di Nadia Urbinati
La
caccia ai partner nel futuro Parlamento europeo è cominciata in grande
stile. La Lega e i 5 Stelle si stanno posizionando rispetto ai gruppi
politici esistenti e futuri. E mettono in scena un sorprendente
paradosso: mentre i sovranisti " duri e puri" hanno un parterre europeo
sicuro, il post-partito digitale, l’avanguardia della e- democracy, pare
essere un gruppo isolato, confinato in terra italica più degli xenofobi
loro alleati di governo. Oltre le Alpi, i pentastellati soffrono di una
palpabile solitudine. Non molto compresi e difficili da connotare. E
così i salviniani, che sono sbocciati alla vita politica come
anti-europeisti "senza se e senza ma", oggi sono volitivi europeisti;
desiderosi di spodestare il centrosinistra e lanciare la proposta ( che
fu originariamente di Orbán) di un’Europa cristiana, bianca ed
ermeticamente chiusa agli "altri". Invece i grillini sono soli, alla
ricerca affannosa di nuovi amici. I vecchi essendo a dir poco
impresentabili.
La ragione di questa difficoltà è comprensibile.
Da che parte stanno i grillini? I più noti movimenti post- partito nati
in questi anni si sono generalmente posizionati a sinistra – Podemos in
Spagna o i Piraten ( ormai in declino) in Germania, si dichiarano
populisti di sinistra. Non così i grillini. Che nonostante abbiano un
certo appeal tra gli italiani di sinistra, al di là delle Alpi sono
considerati più vicini alla destra. Essi stessi lo hanno confermato
perché alle precedenti elezioni europee hanno rifiutato di fare gruppo
con i Verdi e l’Altra Europa, preferendo l’estrema destra xenofoba. E
quindi, mentre Di Maio giura « mai con Le Pen » deve mettere in conto
che il suo gruppo a Strasburgo sta ora a destra del gruppo di Le Pen.
Infatti, per volere degli iscritti ( consultati con referendum online
dopo le passate elezioni europee) il Movimento sta con l’Efdd ( Europe
of freedom and direct democracy group) un gruppo che raccoglie gli
inglesi dell’Ukip (che non parteciperanno alle prossime elezioni), i
tedeschi di Alternativa per la Germania, i cechi del Partito dei Liberi
Cittadini, i polacchi di Korwin (una costola del partito della Nuova
Destra) e i lituani di Ordine e Giustizia. Tutti decisamente di destra.
Oggi
i grillini vogliono che ci sia Salvini alla loro destra. Ma senza stare
a sinistra. La confusione è grande per un movimento che vuole essere "
né- né" ma raramente ama dire "per-per". Qui sta la ragione della sua
solitudine. E del tentativo di Di Maio di sondare gli umori dei gilet
gialli, scrivendo sulla sua pagina Facebook che «una nuova Europa sta
nascendo. Quella dei gilet gialli, quella dei movimenti, quella della
democrazia diretta. Non mollate! » . L’orizzontalismo moltitudinario dei
gilet gialli francesi – oltre la destra e la sinistra – trova in
effetti molta eco tra i grillini; il loro popolarismo ha alcuni punti in
comune con quello del vecchio popolo del "Vaffa". Ma oggi i 5 Stelle
sono establishment anche agli occhi dei gilet gialli francesi, i quali
non cercano per ora rappresentanza politica nazionale o europea.
Dunque
la solitudine dei grillini nel panorama europeo è un fatto evidente che
verrà pagata dalla crescita politica dell’alleato di governo, impegnato
a est e a ovest a cucire alleanze con i sovranisti di destra, con
l’obiettivo di raggiungere tanti seggi quanti ne bastano a seppellire il
centrosinistra ed essere « il secondo gruppo in Parlamento o comunque
fondamentali per determinare una maggioranza» . Per dare all’Europa una
politica unitaria sui confini, quella che il centrosinistra non le ha
dato: che sancisca l’immigrazione come nemico principale dell’Europa di
domani. Con la colpevole responsabilità dell’Europa di oggi, che non si è
mai scandalizzata per i porti chiusi della Lega. Timidamente critica,
ha assolto; sdoganando quello di Orbán-Salvini come modello europeo.