La Stampa 8.1.19
Morto l’italiano che combatteva lo Stato Islamico insieme ai curdi
di Giordano Stabile
La
lotta all’Isis ha un suo caduto italiano. Non un militare ma un
volontario della Brigata internazionale che combatte a fianco dei curdi
sull’ultimo fronte del califfato, al confine fra Siria e Iraq. La sua
morte, dovuta «a uno sfortunato incidente», è stata annunciata ieri sul
sito dello Ypg, le “Unità a protezione del popolo” protagoniste della
battaglia contro lo Stato islamico a Raqqa e in tutto il Nord-Est della
Siria. Il combattente si chiamava Giovanni Francesco Asperti ed era
originario di Bergamo. Il suo nome di battaglia, ha specificato lo Ypg,
era Hiwa Bosco.
Asperti è morto il 7 dicembre, a quanto pare in un
incidente d’auto, «mentre era in servizio a Derik», vicino alla
frontiera con l’Iraq. La località è conosciuta anche con il nome arabo
di Al-Malikiyah e si trova subito dopo il posto di confine di Semalka,
l’unico valico fra il Kurdistan iracheno e il Rojava, il Kurdistan
siriano. Derik non si trova in una zona interessata dai combattimenti.
Asperti era forse appena rientrato in Siria dal Kurdistan siriano. La
sua morte è stata confermata dalla Farnesina, mentre il consolato a
Erbil «sta seguendo il caso con la massima attenzione ed è in contatto
con i familiari».
La lotta all’Isis
Volontari da tutta
Europa si sono uniti allo Ypg nella lotta contro l’Isis a partire dal
2014. La Brigata internazionale ha combattuto con le forze speciali
curde sul fronte di Raqqa, dove si era specializzata in assalti
notturni. Nell’estate del 2017 contava su una decina di volontari
italiani. Fra loro c’era anche Claudio Locatelli, di Curno, in provincia
di Bergamo, che ieri ha espresso il suo «dolore dovuto a ogni
combattente che ha scelto la via del campo». E’ possibile che alcuni di
loro, compreso Asperti, abbiamo partecipato anche all’ultima battaglia,
ancora in corso lungo l’Eufrate, dove resiste l’ultimo nucleo di
irriducibili jihadisti. Assieme ai curdi ci sono anche forze speciali
americane ed europee, e due britannici sono rimasti feriti.
I
curdi, nell’annuncio del «martirio» di Asperti, sottolineano che «il
compagno Hiwa si è unito ai ranghi della libertà con lo steso spirito e
motivazione di tutti i combattenti stranieri influenzati dalla
rivoluzione democratica del Rojava». Motivazioni che però sono sotto
attacco sia in Gran Bretagna che in Italia, in quanto lo Ypg è
considerato dalla Turchia una organizzazione terroristica, e molti
volontari rischiano sono ora accusati di “complicità” in attività
“eversive”. Una beffa per chi, pur al di fuori degli schemi
istituzionali, si è unito alla lotta contro il terrore jihadista, anche a
costo della propria vita.