martedì 8 gennaio 2019

La Stampa 8.1.18
La ministra Grillo e la cuoca di Lenin
di Francesco Bei


I fatti. L’ottimo Corrado Zunino, il collega di Repubblica che si occupa da anni di questi temi, scopre che la ministra della Salute, Giulia Grillo, ha ordinato agli amici cinque stelle un dossieraggio sui precedenti politici dei trenta membri del Consiglio superiore di Sanità poi mandati a casa.
L’inchiesta interna su questi luminari - parliamo di scienziati di fama mondiale come Silvio Garattini o Bruno Dallapiccola, con centinaia di pubblicazioni internazionali - è stata affidata dal ministro a tal Celeste D’Arrando, un diploma di tecnico di laboratorio e formatrice di venditori di assicurazioni presso i call center, miracolata il 4 marzo e ora capogruppo in commissione Sanità alla Camera. Da tale attività di inchiesta, confermata da Grillo e chissà perché bollata come fake news, risultano gravissime colpe in particolare a carico del prof. Adelfio Elio Cardinale, “beccato” ad avere come moglie un magistrato «precedentemente direttrice dell’ufficio di gabinetto dell’ex ministro Schifani» di Forza Italia, del prof. Antonio Colombo, «uno dei medici che ha operato Berlusconi», e del prof. Francesco Bove, che si sarebbe macchiato del reato di aver scritto su Repubblica.
Le opposizioni hanno parlato di «dossieraggio fascista», di «emergenza democratica» e hanno chiesto le dimissioni del ministro. Eppure bastava leggere bene quello che la Grillo ha definito un semplice «appunto informale» per buttarla a ridere. Vito Schifani è stato presidente del Senato per Forza Italia, mai ministro. Anzi, forse è l’unico forzista di rango che Berlusconi non ha mai nominato in uno dei suoi governi. Il cardiologo Colombo, ha fatto notare anche un po’ piccato su Twitter il vero medico del Cavaliere, Antonio Zangrillo, non ha mai alzato un dito sul suo illustre paziente. Infine il professor Bove, docente di Anatomia alla Sapienza, ha scritto sì qualche articolo in vita sua, ma ai tempi di Paese sera, non su Repubblica. Insomma, altro che Stasi o Kgb, per avere un lavoretto fatto bene al ministro della Salute sarebbe bastato andare su Wikipedia e avrebbe evitato certi sfondoni. Se la ricerca del merito vantata dai cinquestelle è questa, allora tanto vale affidarsi alla cuoca di Lenin. E nominare nel nuovo Css trenta formatori di call center.