martedì 8 gennaio 2019

La Stampa 8.11.18
Un programma sui siti sovranisti
Rivoluzione di Freccero e Foa
di Jacopo Iacoboni


La Rai di Marcello Foa i fuochi d’artificio di Capodanno li ha sparati il 3 gennaio. Carlo Freccero, nuovo direttore di rete, teneva una conferenza stampa sulla nuova Rai 2 in cui, assieme ad alcune intuizioni - tipo la promessa, si vedrà se realizzabile, di riportare Daniele Luttazzi in Rai - ha annunciato un programma abbastanza indicativo del mood tele-sovranista del governo giallonero: «L’ottavo blog».
Se il motto di Rt, la tv del Cremlino, è «question more», metti tutto in dubbio, premessa per rivedere - diciamo così - il concetto di verità nel giornalismo, la Rai 2 di Freccero-Foa propone un programma giornalistico che, parole di Freccero, sarà «una rassegna dell’informazione che non deve essere divulgata. Lo sapete benissimo, ci sono dei giornali che ritengono queste notizie sempre complottiste, ed è sbagliata, questa cosa». Insomma, ha spiegato, un programma «sull’attualità secondo Internet, Internet che diventa mainstream». Lo sdoganamento del complottismo.
Freccero ha citato alcuni blog e siti (L’intellettuale dissidente, Lantidiplomatico, Il nodo gordiano), alcuni intellettuali (Enzo Pennetta, Federico Dezzani), nello stile dell’informazione «alternativa» che piace anche a Foa. E che va brevemente illustrata. L’antidiplomatico è il sito non ufficiale che però dà molta della linea geopolitica grillina. I lettori della «Stampa» lo conoscono da anni: filo Putin, filo Assad, fortemente anti-europeo, e anti-israeliano. Fu registrato a nome di Alessandro Bianchi, collaboratore di Alessandro Di Battista. Il sito ebbe per un periodo tra i collaboratori Achille Lollo, ex militante di Potere Operaio condannato per il rogo di Primavalle (fu incendiata la casa di Mattei, morirono un bambino di 10 e un ragazzo di 22, figli del segretario della sezione missina di quel quartiere romano). Il nome di Lollo scomparve dopo un articolo della «Stampa» che raccontava la cosa. L’antidiplomatico è molto dentro la galassia social pro M5S. Ovviamente adora i gilet gialli.
Molto interessanti anche gli altri due siti citati da Freccero. «L’intellettuale dissidente» si presenta così: «Contro il monopolio dell’informazione di massa e la finta alternanza dei punti di vista», «luogo in cui fissare il messaggio antagonista». Le citazioni della Rivoluzione Conservatrice tedesca si sprecano (Ernst Jünger su tutte), più vario rossobrunismo e molto sovranismo. Il primo titolo ieri in home page era: «Sovranità o barbarie». Il direttore e fondatore è Sebastiano Caputo, che ha in curriculum reportage dal Medio Oriente e dal Donbass (il territorio ucraino occupato dai russi), e propone in home una bella intervista a Steve Bannon, titolata: «Dove va il populismo». Il 24 settembre Caputo scrive: «Di passaggio a Roma sono stato uno tra i primi giornalisti italiani ricevuti nella terrazza della sua stanza d’albergo». Dalle terrazze romane, Bannon, riferisce Caputo, racconta che il disegno è fronteggiare Cina, Iran e Turchia, e per far ciò c’è «la necessità di riportare la Russia di Putin nel blocco occidentale», e occorre «depotenziare l’Unione europea». Tutto molto eurasiano e rossobruno.
«Il nodo di Gordio» è una rivista online e think tank, che pubblica interviste a Michael Ledeen e Luttwak, parla bene di Trump e della Russia, male di Macron. Il direttore è Daniele Lazzeri. Suoi articoli su gasdotti e oleodotti sono apparsi, informa la sua biografia sul sito, in Francia e «in Russia, Azerbaijan, Turchia e Kazakhstan». Lazzeri fa parte della cerchia di Savona su euro e Ue: a fine settembre scrisse su Facebok (mai smentito), e Il Nodo di Gordio lo riportò: «Questa mattina mi ha scritto il ministro Savona: “Senza una forte volontà politica non si sarebbe potuto fare nulla. Abbiamo lanciato il guanto di sfida alla vecchia Europa, ora dobbiamo vincere la guerra, perché guerra sarà. Grazie e buon lavoro. Paolo”. Grande Professore!». Siamo ansiosi di vedere questa trasmissione tv, magari già durante la campagna elettorale verso le Europee.