La Stampa 8.11.18
Un programma sui siti sovranisti
Rivoluzione di Freccero e Foa
di Jacopo Iacoboni
La
Rai di Marcello Foa i fuochi d’artificio di Capodanno li ha sparati il 3
gennaio. Carlo Freccero, nuovo direttore di rete, teneva una conferenza
stampa sulla nuova Rai 2 in cui, assieme ad alcune intuizioni - tipo la
promessa, si vedrà se realizzabile, di riportare Daniele Luttazzi in
Rai - ha annunciato un programma abbastanza indicativo del mood
tele-sovranista del governo giallonero: «L’ottavo blog».
Se il
motto di Rt, la tv del Cremlino, è «question more», metti tutto in
dubbio, premessa per rivedere - diciamo così - il concetto di verità nel
giornalismo, la Rai 2 di Freccero-Foa propone un programma
giornalistico che, parole di Freccero, sarà «una rassegna
dell’informazione che non deve essere divulgata. Lo sapete benissimo, ci
sono dei giornali che ritengono queste notizie sempre complottiste, ed è
sbagliata, questa cosa». Insomma, ha spiegato, un programma
«sull’attualità secondo Internet, Internet che diventa mainstream». Lo
sdoganamento del complottismo.
Freccero ha citato alcuni blog e
siti (L’intellettuale dissidente, Lantidiplomatico, Il nodo gordiano),
alcuni intellettuali (Enzo Pennetta, Federico Dezzani), nello stile
dell’informazione «alternativa» che piace anche a Foa. E che va
brevemente illustrata. L’antidiplomatico è il sito non ufficiale che
però dà molta della linea geopolitica grillina. I lettori della «Stampa»
lo conoscono da anni: filo Putin, filo Assad, fortemente anti-europeo, e
anti-israeliano. Fu registrato a nome di Alessandro Bianchi,
collaboratore di Alessandro Di Battista. Il sito ebbe per un periodo tra
i collaboratori Achille Lollo, ex militante di Potere Operaio
condannato per il rogo di Primavalle (fu incendiata la casa di Mattei,
morirono un bambino di 10 e un ragazzo di 22, figli del segretario della
sezione missina di quel quartiere romano). Il nome di Lollo scomparve
dopo un articolo della «Stampa» che raccontava la cosa.
L’antidiplomatico è molto dentro la galassia social pro M5S. Ovviamente
adora i gilet gialli.
Molto interessanti anche gli altri due siti
citati da Freccero. «L’intellettuale dissidente» si presenta così:
«Contro il monopolio dell’informazione di massa e la finta alternanza
dei punti di vista», «luogo in cui fissare il messaggio antagonista». Le
citazioni della Rivoluzione Conservatrice tedesca si sprecano (Ernst
Jünger su tutte), più vario rossobrunismo e molto sovranismo. Il primo
titolo ieri in home page era: «Sovranità o barbarie». Il direttore e
fondatore è Sebastiano Caputo, che ha in curriculum reportage dal Medio
Oriente e dal Donbass (il territorio ucraino occupato dai russi), e
propone in home una bella intervista a Steve Bannon, titolata: «Dove va
il populismo». Il 24 settembre Caputo scrive: «Di passaggio a Roma sono
stato uno tra i primi giornalisti italiani ricevuti nella terrazza della
sua stanza d’albergo». Dalle terrazze romane, Bannon, riferisce Caputo,
racconta che il disegno è fronteggiare Cina, Iran e Turchia, e per far
ciò c’è «la necessità di riportare la Russia di Putin nel blocco
occidentale», e occorre «depotenziare l’Unione europea». Tutto molto
eurasiano e rossobruno.
«Il nodo di Gordio» è una rivista online e
think tank, che pubblica interviste a Michael Ledeen e Luttwak, parla
bene di Trump e della Russia, male di Macron. Il direttore è Daniele
Lazzeri. Suoi articoli su gasdotti e oleodotti sono apparsi, informa la
sua biografia sul sito, in Francia e «in Russia, Azerbaijan, Turchia e
Kazakhstan». Lazzeri fa parte della cerchia di Savona su euro e Ue: a
fine settembre scrisse su Facebok (mai smentito), e Il Nodo di Gordio lo
riportò: «Questa mattina mi ha scritto il ministro Savona: “Senza una
forte volontà politica non si sarebbe potuto fare nulla. Abbiamo
lanciato il guanto di sfida alla vecchia Europa, ora dobbiamo vincere la
guerra, perché guerra sarà. Grazie e buon lavoro. Paolo”. Grande
Professore!». Siamo ansiosi di vedere questa trasmissione tv, magari già
durante la campagna elettorale verso le Europee.