La Stampa 31.1.19
Il travaglio dei grillini per salvare l’amico
di Marcello Sorgi
Merita
certo attenzione il travaglio che il Movimento 5 Stelle sta affrontando
per passare dal «sì» al «no» all’autorizzazione a procedere contro
Salvini. La procedura è cominciata ieri con la prima seduta della Giunta
del Senato, presieduta da Gasparri, e vedrà tra sette giorni un
intervento del ministro dell’Interno a sua discolpa e una memoria
firmata da Conte, Di Maio e Toninelli - la cui ammissibilità, ha
obiettato lo stesso presidente della Giunta, è dubbia - per assumersi in
solido con Salvini la responsabilità delle decisioni prese nella
vicenda della «Diciotti».
Che tra i 5 Stelle il salvataggio
dell’alleato leghista sia difficile da digerire, è evidente. E non solo
per l’aperto dissenso che comincia ad emergere, anche da parte di
esponenti storici come Roberta Lombardi, o per il numero di parlamentari
che a mezza voce e sotto promessa del l’anonimato ripetono che alla
fine, tra la fedeltà a Salvini e quella alla storia del Movimento, che
ha sempre votato «sì» alle autorizzazioni, sarà la seconda a prevalere.
Bastava ascoltare ieri il senatore Giarrusso, membro pentastellato della
Giunta in altre occasioni in prima fila come accusatore dei
parlamentari inquisiti, barcamenarsi con le «novità» uscite dal vertice
notturno a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio di ritorno da
Cipro, dove aveva ottenuto la solidarietà dei sette Paesi europei
disposti ad accogliere i migranti che ha consentito l’attracco della
«Sea watch» a Catania, e i due vicepremier.
Perché è la strada
scelta per uscire dall’impasse che non convince. Un conto era infatti la
solidarietà politica a Salvini in cambio della sua disponibilità ad
affrontare il processo, e un altro il salvataggio con il «no»
all’autorizzazione a procedere, basato sulla stessa condivisione di
responsabilità, ma finalizzato a una via d’uscita simile a quella di cui
in passato si erano serviti i grandi inquisiti della Prima Repubblica, e
nella Seconda, con il voto sempre contrario dei 5 Stelle, Berlusconi.
Una soluzione arzigogolata difficile da spiegare agli elettori del
Movimento. Inoltre Salvini sarà l’unico membro del governo autorizzato a
parlare in Giunta, e occorrerà aspettare di sentire cosa dirà. Insomma
la strada del salvataggio è ancora lunga e accidentata.