giovedì 31 gennaio 2019

La Stampa 31.1.19
“Viola 26 norme della Carta”
Primo ricorso alla Consulta contro il decreto sicurezza
di Giuseppe Salvaggiulo


«Si sperava di non dover vedere mai più scene come quelle andate in onda, proprio intorno al Giorno della Memoria, al Cara di Castelnuovo di Porto, dove numerosi migranti di colore, donne e bambini inclusi, già integrati nel territorio, sono stati caricati su autobus e deportati in località loro ignote. Si è trattato del primo esempio di applicazione pratica del decreto Salvini, norme che vanno cancellate perché mostrano le caratteristiche devastanti di un virus letale per il nostro ordine democratico». Comincia così l’atto che porta la battaglia sul decreto sicurezza all’attenzione della Corte costituzionale. Sin dalla prima delle 96 pagine, il ricorso della Regione Piemonte depositato oggi (quelli di altre Regioni seguiranno) rappresenta una sfida sul piano politico e giuridico al governo. La tesi di fondo è che questa «congerie eterogenea di norme imposte al Paese con la decretazione d’urgenza e l’imposizione della questione di fiducia» concretizza «una precisa strategia politica xenofoba e securitaria su cui una componente della maggioranza fonda il suo consenso elettorale e che fa strame di valori costituzionali fondamentali», limitando «i diritti delle persone e criminalizzando lo straniero e chi, in generale, si trova in condizione di vulnerabilità sociale».
Il ricorso è stato affidato dal governatore Sergio Chiamparino a un pool di giuristi guidati da Ugo Mattei, docente a Torino e Berkeley, presidente dell’International University College e a lungo collaboratore di Stefano Rodotà. L’argomento introduttivo è che il decreto si basa, nella sua «necessità e urgenza», su due presupposti di fatto - l’emergenza sbarchi e il numero abnorme di permessi umanitari concessi agli stranieri - smentiti dagli stessi dati del Viminale: gli sbarchi sono crollati dell’80% prima dell’entrata in vigore del decreto e nel 2017 l’Italia ha registrato il 10% dei profughi accolti in Germania.
Su fake news, sostiene il ricorso, è stata costruita una riforma incoerente con il «disegno sociale e inclusivo» della Costituzione, cui anche le Regioni sono chiamate a corrispondere e che le legittima, «esercitando il dovere di resistenza presente in capo a tutti gli enti costitutivi della Repubblica», a rivolgersi alla Consulta.
Il ricorso attacca analiticamente l’impianto «irragionevolmente discriminatorio» del decreto, denunciando la violazione di 26 norme costituzionali, tra cui gran parte dei principi fondamentali contenuti nei primi articoli, e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. E ne analizza gli effetti dannosi a ogni livello: «Determina il vistoso incremento della condizione di irregolarità dello straniero, aumentando (anziché diminuire) fenomeni di criminalità»; «ostacola lo sviluppo economico del territorio precludendo e interrompendo ingiustificatamente un percorso di integrazione dello straniero»; «impedisce l’effettivo esercizio dei diritti della persona limitando significativamente l’iscrizione anagrafica dello straniero, da cui dipende la fruizione di servizi pubblici essenziali, come quelli sanitari e assistenziali».
La seconda parte del ricorso è dedicata ai «bersagli anche italiani» delle norme sulla sicurezza pubblica del decreto, che «limitano i diritti e marginalizzano i poveri»: tra queste l’estensione del cosiddetto Daspo urbano agli ospedali, che impedisce alla Regione, per esempio, di tutelare pienamente il diritto alla salute di intere categorie di cittadini, peraltro quelle non in grado di provvedere autonomamente.
Sono sei le Regioni che nelle scorse settimane avevano annunciato l’intenzione di rivolgersi alla Corte costituzionale. Quello del Piemonte sarà il ricorso pilota, gli altri saranno riuniti. Entro metà marzo la presidenza del Consiglio si costituirà in giudizio con una memoria difensiva. A quel punto il presidente della Consulta nomina un giudice relatore per istruire la questione e fissa l’udienza, non prima di metà aprile. I tempi per una sentenza prima delle elezioni europee e regionali di fine maggio ci sono.