La Stampa 27.1.19
Studiare per non dimenticare
di Harry D. Wall
L’ignoranza
sull’Olocausto sta crescendo, in particolare tra i giovani. Un recente
sondaggio della Cnn in Europa ha rivelato che circa un terzo degli
intervistati europei in 12 Paesi ha dichiarato di sapere «solo qualcosa»
a proposito dell’Olocausto. In Francia, quasi il 20% dei giovani tra i
18 e i 34 anni, ha affermato di non averne mai sentito parlare. E negli
Stati Uniti un sondaggio fatto all’inizio di quest’anno ha mostrato che
il 66% dei millennial non aveva alcuna conoscenza di Auschwitz.
Nel
loro complesso questi studi mostrano un’immagine inquietante, con il
passare degli anni lacune sempre più ampie si aprono nella conoscenza e
nella comprensione dell’Olocausto.
Non è preoccupante solo il
fatto che l’Olocausto stia svanendo dalla memoria. Il problema è anche
che le lezioni da trarre dal genocidio nazista di sei milioni di ebrei
non saranno adoperate per affrontare le sfide contemporanee poste alla
civiltà. Non si può ignorare la correlazione tra l’aumento
dell’antisemitismo e la diminuita consapevolezza nei confronti
dell’Olocausto. Nel 2017 l’Fbi ha segnalato un picco del 37% nei crimini
di odio contro gli ebrei. L’attacco alla sinagoga di Pittsburgh, con
l’assassinio di 11 fedeli, è stato il peggior episodio di violenza
contro gli ebrei nella storia degli Stati Uniti. Ma il pericolo
dell’estremismo di destra e delle teorie cospirative antisemite dei
neo-nazisti sono in circolazione ormai da decenni. In Europa, negli
ultimi anni c’è stato un drammatico aumento dell’antisemitismo. Un
sondaggio commissionato dall’Ue nel 2017 ha rilevato che quasi il 30%
degli ebrei europei ha subito molestie. Nella stessa indagine più della
metà degli intervistati in Germania ha riferito di essere stata vittima
di episodi di antisemitismo. Non c’è quasi una sinagoga attiva in Europa
che non sia presidiata dalla polizia. Di fronte all’aumento
dell’antisemitismo, c’è un’impellente necessità di insegnare l’Olocausto
nelle scuole negli Stati Uniti e in Europa. Ma quest’opera di
divulgazione ha uno scopo più ampio. Può fornire un contesto storico per
comprendere il pericolo sociale e mettere in guardia contro l’insorgere
di atrocità di massa. Il preludio dell’Olocausto - disumanizzazione,
estremismo razziale e creazione di un capro espiatorio - ha accompagnato
la violenza di massa o le deportazioni di altri popoli in tutto il
mondo.
L’Olocausto è iniziato con le parole, con gli stereotipi
razziali e la demonizzazione. Riducendo le pressioni sociali ed
economiche a risposte semplicistiche, usando come capro espiatorio un
segmento della popolazione, gli ebrei, per qualsiasi problema nazionale o
sociale. Non è stata la prima volta nella storia che gli ebrei sono
stati individuati per essere colpiti e attaccati. La denigrazione del
giudaismo va avanti da due millenni.
I fascisti, i razzisti e gli
estremisti contemporanei usano tattiche simili contro altre minoranze.
Intere istituzioni - giudiziarie, legislative, della comunicazione -
sono state sovvertite da autocrati e dittatori, alcuni dei quali, come
Hitler, hanno preso il potere grazie a elezioni democratiche. Studiare
l’Olocausto può fornire una prospettiva su come intere popolazioni
possano essere manipolate e bullizzate dai demagoghi, e capire la loro
volontà di soccombere al ricatto dell’odio e della paura. Insegna a
riconoscere il pregiudizio e ad affrontare il fanatismo via via che fa
presa sui giovani. Fornisce inoltre informazioni su coloro che si
oppongono al potere della folla, come fecero persone coraggiose
nell’Europa conquistata dai nazisti, molte rischiando la vita per
salvare gli ebrei. In breve, l’informazione sull’Olocausto esamina le
motivazioni e il comportamento di perpetuatori, collaboratori,
guardiani, dimostranti e soccorritori. Insegnata correttamente, la
storia dell’Olocausto ha la capacità non solo di informare insegnanti e
studenti sulle iniquità del passato, ma anche di rispondere a una serie
di comportamenti intollerabili - dal bullismo al fanatismo alla pulizia
etnica e al genocidio.
L’ascesa dei demagoghi e dei movimenti
estremisti richiede un approccio più vigoroso a livello globale da parte
della società civile. Un’opera mirata di informazione sull’Olocausto
può servire come monito, come segnale per agire contro i pericoli della
demonizzazione e dell’incitamento, per proteggere i diritti umani e
rafforzare i valori democratici fondamentali.
Diversi Stati degli
Usa, tra cui la California, New York e l’Illinois, hanno istituito corsi
obbligatori sull’Olocausto. In Europa: Germania, Regno Unito, Austria,
Francia e Paesi Bassi sono tra i pochi Paesi a richiedere che lo studio
dell’Olocausto rientri tra le materie scolastiche. Troppo spesso,
tuttavia, questo è visto come un obbligo curriculare, inserito in un
piano di studi sulla Seconda guerra mondiale o la storia europea
moderna. Le Nazioni Unite hanno proclamato il 27 gennaio, data della
liberazione di Auschwitz, giorno della commemorazione annuale
dell’Olocausto. Trentuno nazioni fanno parte della International
Holocaust Remembrance Alliance, fondata nel 1998, che incoraggia
l’istruzione e la ricerca. Per quanto questo sia molto, ancora di più
deve essere fatto, come hanno dimostrato i sondaggi. L’educazione,
compresi gli studi sull’Olocausto, è solo uno dei metodi più importanti
per le società per affrontare il diffondersi dell’estremismo, del
pregiudizio e dell’odio. È essenziale anche una leadership decisa, a
tutti i livelli - pubblico, società civile, media e altri settori.
La
democrazia è fragile, i diritti umani possono essere facilmente
indeboliti o demoliti. Quello che è successo agli ebrei nella Germania
nazista è una delle peggiori atrocità della storia. Non è stata
l’ultima, come testimoniano la Serbia, il Ruanda e ora il Myanmar. Se
non impariamo le lezioni del passato, nessuna società o Paese sarà al
sicuro dai demoni che si nascondono dentro e fuori i suoi confini.
Traduzione di Carla Reschia