Il Fatto 27.1.19
Come il governo ricorda la Shoah
di Furio Colombo
La
Shoah, persecuzione e tentativo di sterminio di tutti i cittadini ebrei
di Italia, Germania e di tutta Europa, si può celebrare con un
bellissimo discorso alla Scala di Liliana Segre, con un ritrovarsi
intorno al presidente della Repubblica, con un convegno nella “Sala dei
Gruppi” a Montecitorio con la Comunità ebrea romana. Oppure con il
riunirsi dei giornalisti sotto minaccia fascista alla Casa della Cultura
ebraica, nel Ghetto di Roma. Ma non tutti sono all’altezza. Per esempio
il Governo.
Qui l’attenzione è tutta puntata sulla nave Sea Watch
ferma per ordine di Salvini in un mare gelato e tempestoso a un miglio
dalla costa italiana, nonostante abbia a bordo quarantasette naufraghi
salvati, tra cui alcune donne e otto bambini. Spiega con ragionevolezza
il ministro del Mare Salvini, che la nave non può entrare in un porto
italiano perché i porti italiani sono chiusi.
Ma il vero motivo,
ha detto il ministro delle Infrastrutture Toninelli (anche lui fuori
delle sue competenze), è che questi naufraghi spettano ai libici, e
dunque la Ong che ha salvato avrebbe dovuto consegnare il carico umano
ai carcerieri per ritornare in prigione. Il vicepresidente del Consiglio
Di Maio ha subito capito, e ha convocato a Palazzo Chigi l’ambasciatore
olandese. C’entra, perché la Sea Watch, oltre a essere una nave Ong,
dunque manovrata da personaggi loschi e un po’ ebrei, che con il
traffico dei salvati fanno un sacco di soldi, batte bandiera olandese.
La
vicenda che ho appena narrato si svolge alla vigilia del Giorno della
Memoria, ma questo fatto (e le incredibili somiglianze fra quello che i
tre del governo stanno facendo e quello che accadeva ai cittadini
italiani ebrei, a partire dall’approvazione delle leggi razziali
italiane) preoccupa poco i nostri, data la scarsa propensione alla
storia e la evidente assenza di memoria.
Dunque dobbiamo lasciare questo terreno per seguirne un altro.
Le
tre persone indicate come “il governo” appaiono divise su molto, a
volte su tutto, come Conte (detto “il presidente del Consiglio”) ha
spiegato l’altra sera alla Merkel, (si vede in un filmino ben
interpretato). E spesso hanno problemi con se stessi, se si pensa che lo
stesso cautissimo “presidente” Conte se ne è andato (di sua
iniziativa?) a Bruxelles per esibirsi in una furente scenata contro
l’Europa. Ma c’è uno straordinario attacca-tutto che di colpo incolla e
tiene insieme ogni pezzo, umano o ideale, che si dovesse rompere nel
contratto.
Bastano pochi africani in arrivo per far perdere la
testa a chi ci governa sotto l’egida della Lega. Ora che di africani ne
arrivano sempre meno, è stata inventata la deportazione. E di nuovo non
li preoccupa la estrema somiglianza con il modo in cui la Shoah è
cominciata. I profughi, i salvati dal mare, anche chi ha meriti e
permessi e documenti di accettazione, anche cittadini modello onorati
dai sindaci, vengono spinti su autobus che ci fanno vedere sempre alla
partenza, mai in arrivo.
Gli uomini del ministro del Mare agiscono subito, dovunque si sospetta che le famiglie stiano bene.
I
Toninelli, i Di Maio, i Salvini sono al riparo della Shoah perché non
sanno niente di questa cosa detta la Storia, e costruiscono sul non
sapere la loro forza. Conta anche il tipo di reputazione conquistata in
pochi mesi. Ora che si sa che Di Maio non ha precedenti scolastici, che
Toninelli fa ridere (il ponte di Genova ha rovinato la sua carriera di
uomo irresistibilmente sbagliato), ora che Salvini è (da solo) i quattro
moschettieri in un unico omone extralarge, con il motto aggiornato
“tutti per me”, possono iniziare la gara al grande peggio.
C’è chi
vuole che il detenuto marcisca in prigione, chi convoca l’ambasciatore
olandese, chi dice che non gli frega niente se sulla nave in tempesta ci
sono bambini, lui sostiene che hanno tutti 17 anni.
Toninelli, da
bravo, ripete tutto. Lo può fare perché quando i torpedoni stipati di
deportati cacciati da Castelnuovo di Porto, con tutte le valigie ancora
per terra, si mettono in moto, solo una giovane donna italiana si mette
davanti al bus, impedendo per ore la partenza. Momento difficile per la
polizia. Rossella Moroni è deputata (Leu) alla Camera. Sapeva che i
deportati hanno un indirizzo di provenienza, ma nessun luogo di arrivo
tranne la strada. I parlamentari italiani sono mille. Moroni era sola.
Nasce di qui la grande forza dei nostri eroi.