domenica 13 gennaio 2019

La Stampa 13.1.19
Folco Portinari, tra Saba e il manifesto di Slow Food
di Mirella Serri


Questo secolo è nato sul fondamento di una falsa interpretazione sotto il segno del dinamismo… Ne è derivata una sorta di autofagia, che ha ridotto l’homo sapiens ad una specie in via di estinzione»: con questa provocazione iniziava il Manifesto dello Slow-food pubblicato il 3 novembre 1987 sulla prima pagina del Gambero Rosso: Folco Portinari, che aveva ideato con Carlo Petrini questo appello destinato a coinvolgere milioni di persone nel culto del cibo sano e della difesa dell’ambiente, lo aveva vergato in stile futurista. E aveva avuto una brillante intuizione: mentre la modernità coincideva con velocità e frenesia, in controtendenza parlava della «lentezza» come di una nuova, rivoluzionaria filosofia della vita.
Saggista, poeta, gran gourmet e gastronomo, Folco Portinari si è spento venerdì a 92 anni nella sua casa milanese. Ma il professore universitario, studioso di Manzoni e gran cultore della civiltà letteraria dell’Ottocento, a cui piaceva sorprendere e andare controcorrente, nella vita non è stato un seguace della filosofia della lentezza che coltivava solo a tavola. Il docente nato a Cambiano, in provincia di Torino, nel 1926 e poi trasferitosi a Milano, era nella realtà un frenetico e appassionato studioso. Portinari era entrato in Rai negli Anni Cinquanta insieme a quel gruppo dei pionieri geniali che comprendeva Umberto Eco, Piero Angela, Angelo Guglielmi, Gianni Vattimo, Fabiano Fabiani e Furio Colombo. Mentre portava in Rai Luigi Veronelli, si dedicava ai saggi su Umberto Saba e Giuseppe Ungaretti, oppure alle Parabole del reale. Romanzi italiani dell’Ottocento con cui innovava il linguaggio critico. Portinari sapeva restituire al lettore il fascino della letteratura lombarda, uno dei suoi fulcri d’interesse come dimostra il capitolo redatto per la Storia della letteratura italiana a cura di Alberto Asor Rosa. È stato anche collaboratore della Stampa.
Negli ultimi anni aveva abbandonato il terreno della letteratura per dedicarsi a opere come Il piacere della gola e ai suoi interessi di gastronomo.