La Stampa 11.1.19
Il Cremlino si sbarazza dei dollari e investe in yuan
di Giuseppe Agliastro
La
Russia si sbarazza dei dollari e investe in valuta cinese. Nel timore
di nuove sanzioni Usa che possano mettere a repentaglio l’economia
nazionale, la Banca centrale russa ha ridotto di ben 101 miliardi di
dollari le proprie riserve in biglietti verdi. Un taglio netto, che ha
consentito però a Mosca di convertire 44 miliardi di dollari in euro e
altrettanti in yuan cinesi, nonché di investire 20,6 miliardi in yen
giapponesi. Si tratta di una manovra drastica, dettata dalla politica
internazionale e messa in atto la scorsa primavera, dopo che l’ultimo
giro di sanzioni americane ha colpito aziende e oligarchi russi mettendo
in ginocchio la Borsa di Mosca e affossando il rublo. I dettagli però
sono stati resi noti solo questa settimana, con la pubblicazione dei
dati della Banca centrale russa relativi al secondo trimestre del 2018.
Il legame con Pechino
La
mossa di Mosca è l’ennesima prova dei sempre migliori rapporti tra
Russia e Cina. Stando ai numeri più recenti a disposizione, la moneta
cinese rappresenta adesso il 14,7% delle riserve totali russe in valuta
straniera e in oro: una quota da record, oltre 10 volte superiore alla
media delle banche centrali del resto del mondo. Non solo. Mosca detiene
ora un quarto delle riserve globali in yuan. Una notizia che arriva
proprio mentre il governo di Pechino annuncia che l’interscambio
commerciale tra Russia e Cina l’anno scorso ha stabilito un altro record
superando i 100 miliardi di dollari. Le riserve russe ammontano a 458
miliardi di dollari. E rientrano quindi di diritto nella top ten
mondiale. Le scorte d’oro rappresentano il 16,7% del totale. La quota in
euro è salita al 32%, da 102 a 147 miliardi di dollari. Quella in
dollari - prima di gran lunga la piu’ importante - è invece precipitata
dal 43,7% al 21,9%. In pratica si è dimezzata, passando da 201 a 100
miliardi di dollari. Mosca teme nuove misure restrittive americane, che
potrebbero magari tagliarla fuori dai sistemi di pagamento globali.
Così, tra aprile e maggio dell’anno scorso, per ridurre la sua
esposizione, la Russia ha fatto piazza pulita di obbligazioni di Stato
Usa per 81 miliardi di dollari. La Russia con questa manovra ha ridotto
la qualità delle sue riserve. Gli asset valutati “AA” sono per esempio
scesi dal 43% al 27%. In termini puramente economici, questi
investimenti massicci in yuan possono sembrare poco azzeccati. Ma se si
tiene conto della situazione geopolitica se ne coglie tutta
l’importanza.