LA REALTA È CHE
L’ITALIA E UN PAESE RAZZISTA:
Corriere 12.1.19
Le colpe dell’emergenza migranti?
Sei italiani su dieci accusano la Ue
di Nando Pagnoncelli
Il 51% approva lo stop agli sbarchi, solo il 19 è favorevole all’accoglienza
Dopo
la definizione della legge di bilancio e le discussioni sui
provvedimenti simbolo — reddito di cittadinanza e quota 100 — il tema
dei migranti è ritornato in primo piano con la vicenda delle due navi
delle Ong Sea Watch e Sea Eye. Una vicenda chiusa dopo molte tensioni
interne e nei rapporti con l’Ue, che ha assunto fin dall’inizio un
elevato valore simbolico e ha rappresentato un braccio di ferro,
accompagnato dal consueto profluvio di dichiarazioni pro o contro la
decisione di impedire lo sbarco nei porti italiani.
In casi come
questi, le maggiori responsabilità nell’individuare soluzioni sono
attribuite da gran parte degli italiani (60%) all’Europa. È un’opinione
che prevale tra tutti gli elettorati, sia pure con percentuali diverse:
dal 42% degli elettori dell’opposizione di centrodestra all’80% di
quelli di centrosinistra e, in mezzo, leghisti (61%) e M5S (70%). Al
contrario il 13% ritiene che la responsabilità sia in capo alle Ong che
si sono occupate di soccorrere i migranti e il 12% ai singoli Stati
nelle cui acque territoriali sono giunte le navi.
Un italiano su due
(51%) è convinto che si debba mantenere una linea intransigente e
impedire qualsiasi sbarco nel nostro territorio, mentre il 19% è del
parere opposto ed è favorevole a consentire sempre gli sbarchi. In
posizione intermedia il 13% che, pur favorevole alla chiusura dei porti,
riteneva opportuno fare un’eccezione per il caso delle due imbarcazioni
con i 49 migranti a bordo. A settembre, in occasione del caso della
nave Diciotti, i sondaggi avevano fatto registrare un consenso elevato
(61%) per la linea della fermezza. Dunque, a distanza di pochi mesi le
opinioni non sono cambiate significativamente.
La chiusura dei porti
risulta l’opzione prevalente tra tutti i segmenti sociali senza
distinzione per genere, età, titolo di studio, condizione occupazionale,
area geografica e ampiezza dei comuni. Prevale anche tra i cattolici
che partecipano regolarmente alla messa (46%) e tra i credenti più
impegnati che partecipano alle attività parrocchiali (34%). Costoro
sembrano far coesistere atteggiamenti benevoli e inclusivi verso gli
stranieri che si conoscono e si frequentano, con quelli di chiusura nei
confronti di possibili nuovi arrivi.
Le posizioni delle due forze di
maggioranza nei confronti della gestione dell’immigrazione sono vissute
come differenti dal 55% degli italiani, mentre il 25% le considera
sostanzialmente simili. D’altra parte, la composizione dei due
elettorati è piuttosto diversa e, come sottolineato più volte, la Lega a
differenza del M5S ha un elettorato più omogeneo.
Da ultimo, la
questione dei sindaci e presidenti di Regione che hanno annunciato di
non essere in grado di attuare le misure previste dal decreto sicurezza,
chiedendo modifiche o presentando ricorsi alla Consulta perché a loro
parere creano un caos applicativo e rischiano di aumentare la
clandestinità e di spingere molti più stranieri presenti sui loro
territori verso percorsi illegali e criminali. La maggioranza relativa
degli italiani (41%), temendo il peggio, ritiene che i sindaci sollevino
un problema reale e debbano essere ascoltati, mentre il 33% considera
la posizione pretestuosa, proveniente per lo più da sinistra e
finalizzata solo a mettere in difficoltà il governo.
In conclusione,
il tema dei migranti continua a essere caratterizzato da forti
ambivalenze individuali (è un tema che preoccupa a livello generale ma
meno a livello locale), da percezioni distorte dalla realtà (la portata
del fenomeno è amplificata a dismisura, contribuendo ad acuire il clima
di allarme sociale), e dalla consapevolezza che le responsabilità devono
essere assunte dell’Ue e le soluzioni devono essere individuate ed
adottate in sede comunitaria. Insomma, più che l’intolleranza per gli
stranieri residenti in Italia, nell’opinione pubblica si affermano due
atteggiamenti di fondo: la preoccupazione che il fenomeno migratorio
diventi incontrollato e il senso di abbandono da parte dell’Europa nei
nostri confronti. E la pressione sull’Europa affinché assuma un ruolo da
protagonista non è un aspetto che riguarda solo l’Italia, tenuto conto
che i recenti dati di Eurobarometro hanno fatto registrare
l’immigrazione in testa alla graduatoria delle priorità dei cittadini
dei 28 Paesi Ue, indicata dal 50% degli intervistati e in crescita di 5
punti rispetto ad aprile. E non bisogna essere indovini per prevedere
che questo sarà il tema prevalente nella prossima campagna elettorale in
vista delle elezioni europee del 26 maggio.