martedì 8 gennaio 2019

il manifesto 8.1.19
Aggressione neofascista ai giornalisti de L’Espresso
Roma. Commemorazione di Acca Larentia, il raduno al Verano organizzato da Avanguardia nazionale (rinata) e Forza nuova
di Gilda Maussier


Calci, schiaffi e una mano stretta sul collo per impedire ai due cronisti di svolgere il proprio lavoro. È quanto accaduto ieri mattina a Roma durante il raduno di estremisti neri che all’interno del cimitero monumentale del Verano commemoravano, come ogni anno, i morti di Acca Larentia (la strage avvenuta il 7 gennaio 1978).
Lo ha denunciato L’Espresso riferendo i dettagli della «violenta aggressione neofascista subita dal giornalista Federico Marconi e dal fotografo Paolo Marchetti», inviati dal settimanale a seguire la manifestazione organizzata da Avanguardia nazionale, formazione neofascista che sembra essere rinata da quella omonima sciolta negli anni ’70 in base alla Legge Scelba.
Secondo quanto riferito, «tra gli assalitori c’era anche il capo romano di Forza Nuova, Giuliano Castellino, che nonostante sia sottoposto al regime di sorveglianza speciale si trovava sul luogo infrangendo il divieto imposto». «È probabilmente questa la causa dell’aggressione. – scrive L’Espresso in un articolo pubblicato sul sito on line – Perché avremmo documentato la piena violazione della restrizione».
Era circa l’ora di pranzo, ieri, quando, subito dopo il «presente» a braccia tese davanti al Mausoleo eretto in memoria dei camerati caduti, un gruppo di neofascisti si sarebbe avvicinato al fotografo Marchetti e «con spinte e pesanti minacce gli hanno intimato di consegnargli la scheda di memoria della macchina fotografica». L’Espresso riferisce che dopo averla ottenuta, i facinorosi «non contenti, gli hanno chiesto il documento per identificarlo, senza che le forze dell’ordine intervenissero».
Nel frattempo, sempre secondo il racconto delle vittime, un altro gruppo di neofascisti ha accerchiato il giornalista Marconi gridando «L’Espresso è peggio delle guardie» e prendendolo a spintoni, schiaffi e calci. Tra questi c’era anche il capo di Forza Nuova Roma, Castellino, che «si è avvicinato al nostro cronista e lo ha preso per il collo» e gli avrebbe sottratto anche il telefono e alcuni effetti personali, «fino a quando non è intervenuta la Digos che seguiva a distanza l’aggressione».
La condanna dell’Anpi, dell’Fnsi, dell’Ordine dei giornalisti e di tutto il mondo democratico non si è fatta attendere. In molti, anche tra le fila del Pd e Leu che avevano già espresso «preoccupazione per l’arrivo di estremisti nazifascisti addirittura da altri Paesi», hanno chiesto lo scioglimento delle formazioni neofasciste protagoniste dell’aggressione.
L’intervento del ministro dell’Interno, sollecitato da tutta l’opposizione (anche dal Forza Italia) così come dagli stessi giornalisti de L’Espresso, è stato limitato ad uno slogan: «Il posto giusto per chi mena le mani è la galera», ha commentato Matteo Salvini. Poi, riferendosi a Castellino, ha aggiunto: «Cercheremo di capire perché era in libertà». E sciogliere le formazioni neofasciste incostituzionali? «Sono arrivati e saranno utilizzati a giorni – ha promesso il leader leghista – 1000 nuovi braccialetti elettronici».