il manifesto 3.1.19
Xi: Taiwan come Hong Kong. Con le buone o con le cattive
Cina.
Xi è stato molto preciso al riguardo, perché ha anche detto che la Cina
«non abbandonerà l’uso della forza per l’unificazione», ma ha
sottolineato - come hanno riportato i media asiatici - «che i militari
dovrebbero prendere di mira solo gli elementi esterni e coloro che
cercano l’indipendenza per Taiwan»
di Simone Pieranni
Il
presidente cinese Xi Jinping – in occasione di un evento organizzato a
Pechino per celebrare il 40mo anniversario della tregua nelle relazioni
Pechino-Taipei – si è espresso in modo decisamente duro sulla questione
di Taiwan, isola «ribelle» per Pechino e autonoma per i politici locali,
le cui aspirazioni indipendentiste sono sempre state tenute, tutto
sommato, sotto traccia per non incorrere nell’ira della Cina
continentale ogni anno più forte.
E proprio questa crescita, non
solo economica, ma geopolitica della Cina, ha portato il presidente Xi a
riassumere in modo molto chiaro l’intera vicenda. Il problema di
Taiwan, ha detto il numero uno cinese, esiste per un motivo ben preciso:
perché quando i nazionalisti si rifugiarono a Taiwan la Cina era troppo
debole per chiudere la partita (vale a dire invadere e segnare Taiwan
come regione cinese e fine). Oggi però, il sottotesto di Xi è piuttosto
chiaro, la Cina non è più debole, anzi.
E non solo, perché se Xi
Jinping ha tracciato una sorta di bussola politica, specificando che il
«modello» relazionale tra mainland e Taiwan dovrebbe essere lo stesso
che regola i rapporti tra Pechino e Hong Kong, il presidente cinese ha
pure specificato che la questione di Taiwan, in un modo o nell’altro
andrà risolta.
Xi è stato molto preciso al riguardo, perché ha
anche detto che la Cina «non abbandonerà l’uso della forza per
l’unificazione», ma ha sottolineato – come hanno riportato i media
asiatici – «che i militari dovrebbero prendere di mira solo gli elementi
esterni e coloro che cercano l’indipendenza per Taiwan».
Ma in
tutto questo, «i cinesi non combatteranno i cinesi», ha spiegato Xi,
mettendo nel cassetto della storia la volontà taiwanese a non
considerarsi «cinesi», quanto meno in riferimento alla Cina comunista.