il manifesto 31.1.19
Eutanasia legale, la Camera avvia l’iter della legge di iniziativa popolare
Caso Cappato/Dj Fabo. La Consulta ha dato tempo fino a settembre 2019 per colmare «il vuoto di tutele»
di Eleonora Martini
Dopo
oltre cinque anni di “confino” negli archivi del Parlamento e dopo 1965
giorni da quando l’Associazione Luca Coscioni ha depositato le firme di
supporto al testo – ormai oltre 130 mila -, ieri finalmente la Proposta
di legge di iniziativa popolare «Eutanasia legale» ha iniziato il suo
iter nelle commissioni riunite Giustizia e Affari sociali della Camera.
Dopo
l’introduzione di ieri dei due relatori, Giorgio Trizzino (del M5S,
aderente all’intergruppo per la legalizzazione dell’eutanasia) della
commissione Affari sociali, e Roberto Turri (Lega) della Giustizia, si
proseguirà con un ciclo di audizioni (entro l’8 febbraio le richieste di
convocazione), e solo dopo verrà deciso se e come eventualmente
cambiare l’attuale testo base.
«Sono intervenuti quasi tutti i
capogruppi, con toni molto pacati e collaborativi, perché si è deciso di
non ripetere gli errori del passato, con prese di posizione squilibrate
o esasperate – riferisce al manifesto la presidente della commissione
Giustizia, Giulia Sarti (M5S) – Noi non vogliamo mettere alcun cappello
alla legge ma arrivare, assieme a tutte le forze politiche, ad un testo
il più possibile condiviso, che risponda ai bisogni dei cittadini».
Il
tempo stringe, però, perché «mancano solo 8 mesi per rispondere
all’ordinanza della Corte costituzionale sul caso Cappato/Dj Fabo, che
ha concesso fino al 24 settembre 2019 per l’approvazione di una legge in
grado di colmare il “vuoto di tutele” Costituzionale», come fa notare
Marco Cappato, leader della Coscioni, che chiede ai presidenti Fico e
Casellati di fare tutto il possibile per far rispettare i tempi.
Anche
perché, ricorda Cappato, la legge è «attesa dal 76% degli italiani,
secondo una recente indagine che abbiamo commissionato a Swg». Un dato
simile a quello riportato ieri, aggiunge l’esponente radicale, «dal
Gazzettino, secondo il cui Osservatorio gran parte del Veneto si è
dichiarato “moltissimo” o “molto d’accordo” con l’affermazione: “Quando
una persona ha una malattia incurabile, e vive con gravi sofferenze
fisiche, è giusto che i medici possano aiutarla a morire se il paziente
lo richiede”».
Non si fa pregare, il presidente della Camera
Roberto Fico che con un post su Facebook si dichiara «orgoglioso»
dell’avvio dell’iter: «Siamo di fronte a un compito importante per la
Camera, un compito da affrontare con grande senso di responsabilità per
avviare la riflessione su un argomento delicato, su cui si è registrato
un ritardo normativo notevole. È un lavoro – conclude Fico – che
richiederà tutta la sensibilità e la lungimiranza possibile per trovare
una sintesi comune».