il manifesto 30.1.19
De Masi: «Sinistra lenta, Salvini corre L’Italia finirà come il Brasile»
Intervista
al sociologo. Il professore: il leghista si è mangiato M5S, cita il
fascismo e presto pretenderà Palazzo Chigi. Il ministro dell’interno è
il leone che ha preso la gazzella e la sbrana un pezzo alla volta. Ma
oggi non c’è alternativa: Renzi ha cambiato il Pd, finirà in milioni di
schede bianche
di Daniela Preziosi
Ha studiato i
5 stelle, ha fatto ricerche per loro, ne ha apprezzato il potenziale.
Poi per primo li ha avvertiti che se avessero fatto il governo con la
Lega sarebbero finiti «mangiati». Il sociologo Domenico De Masi ha
appena dato alle stampe «Il mondo è ancora giovane» (Rizzoli), una
lettura carica di speranza. Con un’avvertenza finale, una condizione:
«Se non andiamo a sbattere in un fascismo».
Professore, la Lega si è mangiata i 5 stelle, anche nella vicenda Diciotti si sono consegnati a Salvini?
Gli
scontri ci sono tutti i giorni, ma ormai l’esito si può quantificare.
All’inizio Salvini aveva il 17% e Di Maio il 33. Ora le parti sono
inverse. Mai in Italia, forse al mondo, un partito ha raddoppiato i
consensi stando al governo e in soli 8 mesi. Continuerà così. Salvini è
il leone che ha preso la gazzella, la tiene ferma e se la mangia un
pezzo alla volta.
E dopo il banchetto?
Salvini esibisce il
suo piano. Va in giro vestito da militare. Cita apertamente il
linguaggio fascista: ’molti nemici molto onore’. Umberto Eco elenca 14
elementi per riconoscere la propensione all’autoritarismo,
all’Ur-fascismo, il fascismo eterno. Salvini li ha tutti. E così gli
elementi che Adorno individua nella personalità autoritaria. E quelli di
Talcott Parsons. Per ora in dose pediatrica. Ma il decreto sicurezza
vieta gli assembramenti e punisce i mendicanti: altri fascismi l’hanno
fatto dopo la presa del potere. Qui prima.
Salvini si avvia alla ’presa del potere’?
Se
alle europee avesse un successo smaccato, come quello che dette alla
testa a Renzi, non tarderebbe a porre il Colle a un bivio: o Palazzo
Chigi o il voto. Non continuerebbe a fare ’solo’ il vicepremier. A quel
punto il lavoro sporco non lo farebbe più lui. Non a caso blandisce
formazioni come Casapound.
Il ’lavoro sporco’ è costruire il consenso sulla pelle dei migranti, come in queste ore?
Questi
episodi sono un effetto. Il fenomeno è che in Italia c’è il 35 per
cento degli elettori che è d’accordo. Il metodo con cui Salvini lo snida
è rozzo: tenendo migranti al gelo su una nave, portando via dalle
scuole i bambini. Cose che non possono non evocare come i fascisti si
comportarono con gli ebrei. Quello di Salvini è un linguaggio. Così il
suo linguaggio ’vestimentario’, l’uso delle divise. Significa: se io
avessi il potere lo eserciterei in modo militare. Ma il modo militare in
caserma è democratico, nella società è fascismo. E poi vuol dire alle
forze armate: state pronti, sono la persona giusta.
E l’altro 65 per cento che fa?
Questo
è il punto. Il fascismo è la miscela che rende complici quelli che
consentono la presa del potere. L’ho osservato in Brasile, che frequento
da trent’anni. Bolsonaro non si è camuffato: in tv ha detto che era
contro la parità, a favore della tortura, ha invitato gli studenti a
filmare i professori che parlano di politica e a fare delazione. La
sinistra ragionevole e colta, per non votare Pt, ha votato scheda
bianca. Milioni di voti persi. Il Brasile oggi ha 7 ministri militari.
L’Italia rischia uno scenario del genere?
E
cosa ci fa credere di avere gli anticorpi? Ci siamo cullati nell’idea
che due cose non potessero mai succedere: il ritorno del fascismo e
quello della guerra. Ma la storia dimostra che questi fenomeni sono
ricorrenti. Camus racconta che i germi della peste non muoiono, si
nascondono nei cassetti.
In molti contestano, qui e oggi, l’uso della parola ’fascismo’.
A
differenza di altri autoritarismi, il fascismo è diventato un aggettivo
ed è stato usato per la Spagna franchista, per l’Argentina della
dittatura, per la Grecia dei colonnelli. Uso questo termine per definire
un regime in cui la Costituzione non viene rispettata, in cui il volere
del capo prevale su tutto, i dissidenti sono puniti, c’è un culto della
tradizione, della patria, il rifiuto della critica, la paura della
diversità, il disprezzo per le minoranze, il machismo. Ogni giorno siamo
più assuefatti.
E i 5 stelle?
Sono stati un baluardo.
M5s un baluardo?
Tenue,
ma baluardo. Sono gli unici con cui Salvini ancora deve trattare. Ora
quelli di destra passeranno con Salvini, quelli di sinistra resteranno
sbandati e si asterranno. Il Pd è troppo lento nel modificarsi, e forse
non ha la consistenza culturale per farlo. È un partito apparentemente
di sinistra ma a tutti gli effetti neoliberista, non attrae quelli che
abbandonano i 5 stelle.
Il Pd non è socialista, è neoliberista?
Renzi ha emarginati i sindacati, ridotte le tasse, condonato i capitali esteri, abolito l’art.18. Un programma neoliberista.
Insomma c’è una base sociale, un popolo di sinistra ma non c’è una sinistra politica, un partito, un riferimento?
In
piazza contro la sindaca Raggi a Roma c’era gente per cui una
manifestazione politica è un’increspatura superficiale senza
consapevolezza. Qualcuno si rende conto che se salta la Raggi arriva la
Meloni? O la Lega? In Italia l’alternativa non c’è. Renzi ha provato a
fare un’operazione deleteria nel Pd, allontanare la sinistra e attirare i
berlusconiani. È riuscito solo nella prima parte. Oggi rimettere
insieme pariolini progressisti e sottoproletari è difficile. E dire che
c’è un nemico comune. Qualcosa si muove. Ma troppo lentamente rispetto
alla velocità con cui Salvini va al potere.
Prevede la destra al potere per un periodo lungo?
È
la sinistra che ha tempi lunghi. Ci sono schegge di sinistra ovunque,
persone sfruttate a cui la sinistra non ha fatto pedagogia. E così anche
gli sfruttati stanno con gli sfruttatori. Marx la chiama alienazione.
C’è una mousse di sinistra abbastanza intellettuale da essere scettica,
ma non così tanto da essere colta. Sarà quella che ci regalerà il
fascismo votando scheda bianca.