il manifesto 2.1.19
Anno nuovo, confini vecchi
Migranti/Salvini.
Lo ripetiamo ancora una volta: come nella poesia di Brecht prima
scompaiono quelli più lontani ed apparentemente diversi poi, via via,
tutti coloro che vogliono continuare a pensare liberamente
di Raffaele K. Salinari
All’accorato
discorso di fine anno di Mattarella, che giustamente ha considerato la
sicurezza come capacità di costruire il bene della comunità nazionale a
partire dal rispetto delle diversità, ha subito risposto Salvini.
«Abbiamo
riconquistato i nostri confini», ha dichiarato, forse avendo in mente
la vicenda della nave Sea Watch da dieci giorni in mare con a bordo 32
esseri umani tra cui tre minori non accompagnati un bambino ed un
neonato. A questi si sono aggiunte altre 17 persone salvate da un’altra
nave che dunque ancora vagano alla ricerca di un porto sicuro nel
Mediterraneo. Tra il Natale, la nascita della Speranza che illumina il
mondo, e l’epifania, i doni che ad essa sono dedicati, questa vicenda
drammaticamente umana attualizza tutta la distanza che c’è tra chi cerca
di costruire fattivamente un mondo inclusivo e chi, al contrario, si
impegna affinché ciò che separa sia fonte di ispirazione prevalente.
Non
a caso Mattarella ha voluto, in uno dei suoi passaggi più
significativi, dire una parola chiara sul valore della solidarietà, dal
volontariato sociale alle Organizzazioni non governative, quelle che,
salvando vite, sono state accusate di essere trafficanti di esseri umani
da chi, evidentemente, ha un senso esclusivo ed escludente della
comunità umana. Vantarsi delle statistiche sulla diminuzione degli
sbarchi, infatti, significa non solo negare alla radice il valore
dell’accoglienza, ma costruire una realtà in cui respingere il distante è
la precondizione per poi restringere le libertà di tutti, come ben
dimostra quella che Mattarella ha giustamente stigmatizzato come la
«tassa sulla bontà» per le Onlus, evidenziando, da presidente della
Repubblica, e non da ingenuo sprovveduto, quanto i sogni e gli ideali
costituiscano l’idea di comunità, l’idea stessa della Repubblica come
destino comune.
Tutto infatti si tiene: non a caso in questa Legge
di bilancio sono stati diminuiti i fondi sia per la cooperazione allo
sviluppo a livello bilaterale, con grave danno anche per le Ong che
operano in quelle parti del mondo da cui fuggono i migranti, sia a
livello multilaterale, cioè alle Nazioni Unite. Questo significa che
l’odissea della Sea Watch, come la fuga in Palestina dalla strage degli
innocenti, è solo un tassello di quella oscura costruzione in cui
verranno via via spinti coloro che dissentono, che vogliono ancora
affermare i valori repubblicani, quelli che, come i bambini dai quali il
presidente Mattarella ha ricevuto la cittadinanza onoraria, vogliono
costruire Felicizia, dove felicità ed amicizia si incontrano. Lo
ripetiamo ancora una volta: come nella poesia di Brecht prima scompaiono
quelli più lontani ed apparentemente diversi poi, via via, tutti coloro
che vogliono continuare a pensare liberamente.
Il Governo del
cambiamento apre dunque l’anno nuovo con politiche non solo vecchie ma
estremamente liberticide, dai respingimenti dei profughi alla violazione
delle Convenzioni internazionali sull’infanzia, dal rifiuto del Global
Compact al taglio tout court dei fondi all Onu. Dalla riduzione dei
fondi per la solidarietà internazionale alla tassa su quella nazionale.
La
stella che i Re Magi seguirono indicava una speranza, incarnata
simbolicamente in un bambino in fuga con la sua famiglia. A questa
condizione furono dedicate Saggezza, Forza e Bellezza, i doni dei Magi,
affinché la fiamma più grande, quella della Speranza di un destino
migliore per tutta l’umanità non si estinguesse.
A ciascuno di noi
il dovere di fare la sua parte perché quella stella continui il suo
cammino perché quei doni continuino ad avere un valore universale.