il manifesto 27.1.19
Gilles Deleuze
La logica dell’inconscio indifferente al tempo lineare
Un saggio di Alessandra Campo per Mimesis
di Fabrizio Palombi
Partendo
dalla filologia psicoanalitica per arrivare, attraverso l’ambito della
clinica, alla speculazione metafisica, Alessandra Campo sintetizza nel
suo saggio titolato Tardività Freud dopo Lacan (Mimesis, pp. 440, €
28,00) l’ambizioso tentativo di tradurre in lingua italiana un termine
chiave del lessico di Freud: Nachträglichkeit, parola che esprime un
concetto al centro di annose discussioni sulla struttura temporale
dell’inconscio.
Nel suo passaggio dalla lingua madre della
psicoanalisi a quella medico-scientifica della Standard Edition sino
alla sua rielaborazione transalpina dominata da Lacan e Derrida, il
libro indaga la storia delle trasformazioni subite dal termine
freudiano, la cui interpretazione filosofica rimanda, appunto, alla
controversa questione della Zeitlosigkeit, quella intemporalità
dell’inconscio, peraltro mai elaborata da Freud in modo coerente.
Seguendo
l’impostazione teorica del Canone minore (Feltrinelli, 2017) di Rocco
Ronchi, filosofo che firma anche la chiara ed efficace prefazione di
Tardività, Alessandra Campo prova a esaminare l’evoluzione della
Nachträglichkeit negli scritti di Freud nel corso del ventennio che ha
inizio con una lettera del 1897, indirizzata a Fliess, per concludersi
con la sua ultima occorrenza del 1917. Uno studio che consente
all’autrice di familiarizzarsi con testi considerati secondari e di
dipingere il ritratto di un Freud «minore», «troppo spesso (…)
dimenticato, finanche da Lacan», che – per parte sua – avrebbe
lungamente costretto l’importante concetto freudiano nella gabbia del
suo «tempo logico».
Solo nell’ultima fase della speculazione
lacaniana, dominata dal registro del Reale, il concetto sarebbe stato
ripreso dallo psicanalista francese, e valorizzato nella sua specificità
teorica. Molte pagine del saggio di Alessandra Campo vengono poi
dedicate all’interpretazione di Derrida – uno dei pochi filosofi ad aver
scritto specifici studi alla Nachträglichkeit – condizionati tuttavia
da una «logica retrospettiva» e dallo sforzo di «far incontrare Freud e
Heidegger».
La breve panoramica dell’autrice sull’uso del termine
freudiano, giustifica il perché le più autorevoli interpretazioni
filosofiche della Nachträglichkeit sarebbero inadeguate a comprenderla.
Seguendo «a ritroso» le tracce di una genealogia teorica che parte dalla
traduzione francese del termine, ispirata da Lacan, per risalire a
quella inglese e, infine, all’originale contesto freudiano, Campo
dimostra che il francese après-coup e l’inglese deferred action,
abitualmente usati nelle traduzioni, sono ipotecati da interpretazione
del tempo di tipo kantiano. Il giudizio si applica, secondo l’autrice,
anche alle edizioni italiane di Freud che ricorrono a una sorta di
traduzione di secondo grado, ispirata a quella inglese, rappresentata
dalla locuzione azione differita. L’opzione proposta è dunque un’altra, e
– come vuole il titolo del volume – è costituita dal sostantivo
tardività, solitamente riferito, in italiano, a fioriture o vendemmie
fuori stagione.
Una scelta, quella dell’autrice, che radicalizza
in senso immanentista il «ritorno a Freud», teorizzato da Lacan, per
sostenere l’originarietà dell’inconscio rispetto al tempo. La proposta
risponde indirettamente alla domanda: l’inconscio sarebbe atemporale
perché precede logicamente il tempo?
Altre risposte sarebbero
possibili, risposte radicate su un terreno fenomenologico, distante da
quello dell’autrice, che deriva piuttosto le sue tesi dal pensiero di
Bergson e di Deleuze; ma senza dubbio il suo saggio offre interessanti
contributi all’analisi teorica di un fondamentale termine del lessico
freudiano.